Fatima: la riflessione della teologa Cettina Militello
La tappa più intensa di questo viaggio è stata Fatima, dove il Papa ha detto di essere
venuto per pregare per l'umanità afflitta da miserie e sofferenze: ha pregato con
Maria e con i tanti pellegrini che giungono in questo Santuario. Di questo rapporto
tra la Chiesa e Maria, Fabio Colagrande ha parlato con una mariologa, Cettina
Militello:
R. – C’è
tra il popolo di Dio e Maria un legame di affetto, un legame soprannaturale, che viene
proprio dal fatto che Lei è membro tipo, modello della Chiesa. Tra l’altro, il Papa
non soltanto ha detto “per pregare con Maria e con i tanti pellegrini”, ma ha ricordato
il convergere della Chiesa pellegrinante e questa stessa Chiesa definisce, secondo
la “Lumen gentium”, un sacramento di salvezza. D’altra parte, il pregare con Maria
e con i tanti pellegrini è anche uno degli atteggiamenti che caratterizzano la preghiera,
che è il colloquio con Dio, ma che è anche preghiera di domanda o preghiera di apertura
del proprio cuore di fronte ai problemi che l’umanità ha. E l’umanità, certamente,
come continua il Papa, è afflitta da miserie e sofferenze.
D.
– Il Papa ci ha anche detto che per entrare in contatto con una realtà che si trova
oltre il sensibile, così come è avvenuto ai pastorelli di Fatima, ci vuole però una
vigilanza interiore del cuore, che molto spesso oggi per la forte pressione delle
realtà esterne, delle immagini e preoccupazioni che riempiono l’anima – sono parole
del Papa – non riusciamo ad avere...
R. – Senza dubbio
il nostro è un tempo di confusione e di attenzione all’esteriore, di poco silenzio.
Non c’è dubbio che Dio lo si trova nel silenzio. La Bibbia ci mostra tutta una serie
di contesti nei quali la Rivelazione avviene certamente mettendosi da parte, creando
le condizioni per essere da Lui interpellati e per ascoltarlo. E questo ci riporta
all’ascesi come pratica quotidiana, che non vuol dire necessariamente assumere atteggiamenti
di distacco, di condanna nei confronti del mondo, ma vuol dire invece capire quali
sono i veri valori e quindi stare in ascolto dei veri valori e, in particolare, stare
in ascolto della Parola di Dio e della provocazione che essa comporta.
D.
La Chiesa pellegrinante va verso questo luogo. Storicamente che significato ha, secondo
lei?
R. – Vuol dire che dobbiamo accettare che ci
siano contesti, momenti nei quali la normalità “esemplata” dal messaggio viene riaffermata,
ripuntualizzata. Di sicuro Lourdes, Fatima e luoghi similari sono luoghi che scuotono
la fede dormiente, accedono con immediatezza, soprattutto al mondo del dolore, della
sofferenza, e consentono di riprendere fiato, di ripartire per rendersi di nuovo sensibili
a quelli che sono i temi forti della fede; creano degli spazi che consentono l’ascolto.
Se non si crea quel silenzio, se non si crea quel contesto, è difficile sfuggire a
quello che è l’automatismo dispersivo della nostra esistenza oggi. Sono come oasi:
momenti nei quali è possibile essere richiamati a ciò che conta e dunque ripartire.(Montaggio
a cura di Maria Brigini)