Mons. Casmoussa chiede un’inchiesta Onu sulle violenze anti-cristiane in Iraq
“Urge un’inchiesta internazionale delle Nazioni Unite per indagare e capire chi c’è
dietro le continue violenze e gli attacchi alla comunità cristiana in Iraq”: è quanto
dice in un’intervista all’Agenzia Fides mons. George Casmoussa, arcivescovo siro-cattolico
di Mossul, presente a Monaco di Baviera su invito di Missio, le Pontificie Opere Missionarie
in Germania. L’arcivescovo terrà diversi incontri anche con i vescovi tedeschi, ragguagliando
sulle critiche condizioni dei cristiani in Iraq. Mons. Casmoussa è intervenuto sull’attuale
fase calda nello scenario iracheno, dopo gli attentati in serie del 10 maggio (20
esplosioni e 125 morti in una sola giornata), mentre un leader di primo piano come
Iyad Allawi ha prospettato perfino il rischio di una nuova “guerra civile settaria”
in Iraq. L’arcivescovo ha detto: “Tutti parlano della pace e dicono di volerla, ma
chi si fa realmente operatore di pace? Una responsabilità chiave sta nei nostri politici
che devono dare prova di avere a cuore il bene e la sicurezza della popolazione irachena.
Se i politici hanno rapporti all’insegna della pace, della maturità, della correttezza,
tutto il Paese sarà in pace”. In questo scenario, la presenza dei cristiani e delle
altre minoranze religiose si fa sempre più difficile: “Noi cristiani chiediamo un
luogo dove poter vivere pacificamente, coltivando la nostra fede e contribuendo allo
sviluppo e al progresso della nazione”, sottolinea l’arcivescovo. “Abbiamo bisogno
che il governo ci garantisca protezione contro chi vuole eliminarci. Dopo numerose
violenze e attacchi subiti, ho chiesto l’intervento delle Nazioni Unite non per un
nuovo contingente militare, ma per avviare una inchiesta che accerti chi c’è dietro
questi continui atti di violenza contro i cristiani”. Il Consiglio dei Leader delle
Chiese cristiane in Iraq, che unisce 14 leader religiosi, si riunirà alla fine di
maggio per prendere in esame questi temi e cercherà di raggiungere una posizione comune
per “agire contro il terrorismo e per la protezione dei cristiani iracheni”, comunica
a Fides l’arcivescovo. In questa fase la comunità internazionale e i governi occidentali
“sono chiamati a fare pressioni perché in Iraq si mettano in moto tutti gli strumenti
necessari per garantire la vita delle minoranze”. Anche le parole e gli appelli del
Santo Padre nota mons. Casmoussa, “costituiscono per noi un grande aiuto, un incoraggiamento
e un forte sostegno psicologico. Le avvertiamo come parole di un padre che si prende
cura dei suoi figli. A tutta la Chiesa universale chiediamo di continuare a prendersi
cura del piccolo gregge dei fedeli iracheni”.