2010-05-11 15:47:45

Gli interventi dei cardinali Tauran e Rodríguez Maradiaga al Corso per diplomatici dell'America Latina


Con gli interventi del cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, e del cardinale Oscar Andrés Rodríguez Maradiaga, arcivescovo di Tegucigalpa, in Honduras, si è aperto ieri pomeriggio presso la Pontificia Università Gregoriana il Corso per diplomatici provenienti dai Paesi dell’America Latina, organizzato dalla Fondazione La Gregoriana e dall’Istituto Maritain, dedicato alla ‘Chiesa Cattolica e alla politica internazionale della Santa Sede’. Il servizio di Fabio Colagrande:RealAudioMP3

Rafforzare la collaborazione bilaterale tra la Santa Sede e tutte le nazioni che condividono le sue stesse preoccupazioni per quanto riguarda il futuro dell’umanità. E’ questo – come ha ricordato il presidente della Fondazione La Gregoriana, padre Imoda - lo scopo ultimo di questo Corso per diplomatici giunto alla sua quarta edizione. Intervenenendo nella sessione inaugurale con una relazione su "Chiesa e politica" il cardinale Jean-Louis Tauran ha sottolineato che "anche nelle cosiddette società secolarizzate il fatto religioso resta il fatto sociale maggioritario". "La vera città – ha aggiunto il porporato francese - è quella dove abitano gli uomini e dove pure Dio possiede la sua casa". Il cardinale ha quindi incoraggiato l’impegno dei credenti in politica. Eccolo ai nostri microfoni:
 
R. – Personalmente, lamento che ci siano così pochi cattolici cristiani nella politica. Io penso che le nostre scuole cattoliche e nostre università cattoliche dovrebbero essere dei vivai dove nascono queste vocazioni di servizio alla “res publica”, perché il battezzato ha per vocazione di essere testimone dove lavora, dove vive, compreso nella società internazionale.
 
D. – Lei non ha timore che questa vicenda degli abusi sessuali possa far perdere credibilità alla Chiesa sullo scenario politico internazionale?
 
R. – C’è tutta un’orchestrazione, evidentemente; ma io penso che quando si vede sul terreno cosa fa la Chiesa, cosa fanno i sacerdoti e le religiose, il positivo è molto, molto più grande del negativo. Certo, sarebbe meglio che non esistessero questi casi, però io dico sempre: voi laici dovete aiutare i vostri sacerdoti, non lasciateli da soli! Sono persone che hanno bisogno di essere stimate, amate … dovete sostenerli!
 
Lo specifico contributo della Chiesa latinoamericana a un magistero sociale che tuteli la persona, la vita umana e attui l’opzione preferenziale per i poveri è stato ricordato dal cardinale Rodríguez Maradiaga che ha voluto così sottolineare ai nostri microfoni l’utilità di questo corso: 
R. – La diplomazia accreditata presso la Santa Sede a volte non ha un’idea complessiva e poi, non conosce a sufficienza la Curia vaticana e neppure la struttura della Segreteria di Stato. Mi sembra un’iniziativa molto importante!
 
D. – Quali sono le sfide più importanti per la Chiesa cattolica oggi in America Latina?
 
R. – La prima di tutte è la nuova evangelizzazione: questo progetto fu lanciato da Giovanni Paolo II e continua con Benedetto XVI, come ha detto la Conferenza di Aparecida. Penso che l’idea del “discepolato missionario” sarà l’orizzonte anche per i prossimi anni.
 
D. – L’America Latina come sta vivendo questo momento così difficile per la Chiesa?
 
R. – E’ un momento di consolidamento della fede, di una maggiore profondità … E poi, dobbiamo vivere anche sapendo che la vita della Chiesa non è facile, non è mai stata facile! Lo leggiamo già negli Atti degli Apostoli... così vediamo che anche ai nostri tempi non è pensabile vivere sempre una situazione pacifica; però, c’è anche una risposta di grande fervore, come ad esempio per l’Anno Sacerdotale. Dalle nostre parti è veramente un fiorire di vocazioni, anche al sacerdozio e quindi questo momento difficile si vive in modo diverso, mantenendo la speranza.







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