2010-05-10 15:53:08

Ostensione della Sindone, tre minuti di commozione davanti a un'Icona che colpisce il cuore


“Torino ti accoglie in festa”: centinaia di manifesti con questa scritta e il volto sorridente di Benedetto XVI campeggiano ancora in giro per la città, al centro come in periferia, ad una settimana dalla visita del Papa alla solenne Ostensione della Sindone 2010. Sulle scalinate d’ingresso al Duomo, le aiuole fiorite di bianco e di giallo resistono ancora grazie anche alla pioggia battente che ha accompagnato il Santo Padre nel suo pellegrinaggio e, dopo di lui, le migliaia di persone che in questi otto giorni sono state ore in coda per riuscire finalmente a pregare davanti al Sacro Telo. La visita del Pontefice ha lasciato molto di più a questa città, alla sua popolazione che si è messa pazientemente in fila con il sorriso sulle labbra. Grande commozione anche per i pellegrini accorsi da tutto il mondo: fedeli, la maggior parte, e curiosi, desiderosi di essere testimoni di un evento storico non per tutti ripetibile. Il mistero della Sindone, la contemplazione del Santo Volto, la Passio Christi che ognuno, nel suo piccolo, sperimenta nella propria, privata, Passio hominis, non lasciano indifferenti e toccano i cuori di tutti. All’ingresso di Viale Primo Maggio, una volta mostrata la prenotazione, si vede il cordone umano che si snoda nelle transenne sistemate dalla Protezione civile. Si pensa a quanto ci vorrà, magari ingannando l’attesa con uno spuntino. All’interno dei Giardini Reali non si avvertono più la fatica, ma si comincia a respirare quell’aria di sacralità che esprime in sé la potenza dell’esperienza che si sta per vivere. In fondo è questo il senso del pellegrinaggio: rompere con le sicurezze del quotidiano per cambiare e andare incontro all’Altro, senza pregiudizi e senza barriere. Quando si entra nel percorso vero e proprio e non manca ormai molto, il cordone unico viene spezzato in più tronconi e si entra in una sala buia dove viene proiettato un filmato che aiuterà a comprendere meglio il Sacro Lino. Le ferite delle spine sul capo, il sangue che cola dalla nuca, i segni di percosse sul torace e sul dorso, lo squarcio nel costato, le impronte dei chiodi conficcati nelle mani e nei piedi suscitano una commozione diffusa che non si manifesta nelle parole, ma in un solo, intenso silenzio che accompagna la folla all’interno di San Giovanni Battista. La Sindone è laggiù, davanti all’altare, immensamente piccola rispetto alle atroci sofferenze delle quali reca i segni, i dolori e le croci dell’umanità intera. Porta in sé il messaggio di speranza della Resurrezione; la sua presenza sul proprio cammino induce l’uomo a confrontarsi con se stesso. E' difficile concentrarsi sulle parole di una preghiera senza lasciarsi andare alla commozione che gonfia il cuore, in quei tre minuti che volano via in un soffio, ma valgono più di qualunque tesoro terreno. Vedere il Volto di Gesù è ricevere un dono che sostiene, che consola, che perdona, è la promessa di una vita nuova, libera dal peccato. Mentre ci si allontana in silenzio non si può non sentire dentro di sé che “dalle Tue piaghe sono stato guarito”. (A cura di Roberta Barbi)RealAudioMP3







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