La Chiesa in Congo: risolvere i problemi sociali ed economici per superare le tensioni
Nella Repubblica Democratica del Congo bisogna lavorare ancora per risolvere i problemi
sociali ed economici che sono alla base delle tensioni a Mbandaka, il capoluogo della
Provincia Equatoriale nel nord-ovest del Paese. Lo ha detto all’agenzia Fides, mons.
Joseph Kumuondala Mbimba, arcivescovo della città commentando la recente cattura di
Ondjani Mangbama, un leader militare del gruppo che lo scorso 4 aprile, giorno di
Pasqua, ha attaccato la zona costringendo alla fuga centinaia di migliaia di abitanti
della zona, molti dei quali hanno trovato rifugio nel Congo Brazzaville. Il loro
ritorno – come ha evidenziato mons. Mbimba - è tuttavia condizionato al ristabilimento
non solo delle condizioni di sicurezza ma anche delle strutture economiche e sociali
distrutte dalla guerriglia. Secondo quanto riferito dal ministro delle Comunicazioni
la cattura è avvenuta lo scorso 5 maggio ad opera della popolazione che ha consegnato
l’uomo alla polizia. Il suo gruppo è formato in gran parte da persone di etnia Enyele,
che da tempo si contendono con un altro gruppo etnico, quello dei Monzaya, il controllo
di alcuni stagni ricchi di pesce. Il governo congolese ritiene però che nell’attacco
a Mbandaka gli uomini di Mangbama siano stati appoggiati da altre forze. In particolare
le autorità di Kinshasa accusano alcuni ex appartenenti alle disciolte Forze Armare
Zaires (l’esercito del vecchio dittatore Mobutu, rovesciato nel 1997) e alla Divisione
Speciale Presidenziale (la guardia pretoriana di Mobutu), oltre ad elementi legati
a Jean-Pierre Bemba, il principale sfidante alle ultime elezioni del Presidente Kabila,
detenuto dalla Corte Penale Internazionale per crimini commessi nella Repubblica Centrafricana.
(E. B.)