Iraq: gli studenti cristiani chiedono sicurezza e giustizia dopo la strage di Karakosh
A Karakosh, in Iraq, centinaia di studenti - tra cui un gruppo scampato all’attentato
del 2 maggio nei pressi di Mossul, in cui sono rimasti uccisi 4 giovani e oltre 170
feriti - hanno partecipato giovedì ad un incontro del Consiglio dei capi religiosi,
che ha riunito vescovi e leader cristiani nel Paese. “È compito dei vescovi difendere
i fedeli” – riferiscono gli studenti cristiani di Mossul – e il governo è invitato
sia a offrire un luogo sicuro, dove svolgere gli esami di fine anno accademico, sia
a creare una commissione d’inchiesta sulla strage del 2 maggio. “Oltre a cure mediche
per i feriti, gli studenti auspicano anche l’apertura di un’università a Karakosh”
e negoziati con il governo del Kurdistan per consentire l’accoglienza degli studenti
per un periodo di uno o due anni, in attesa che venga costruita la nuova struttura.
Da parte loro, “i vescovi iracheni hanno promesso di sostenere le richieste degli
universitari davanti al governo”, riferisce l’agenzia Asianews. I presuli parlano
di “atto abominevole” riguardo all’attacco contro i due autobus che trasportavano
studenti cristiani e “si appellano al governo perché metta in campo misure atte a
proteggerli”. (C.F.)