Il Papa ai vescovi del Belgio: solo Cristo placa le tempeste di una Chiesa provata
dal peccato. Servono sacerdoti capaci di santità
La Chiesa non può fare a meno dell’“insostituibile” ruolo sacramentale dei sacerdoti.
Per questo, al di là degli scandali, va attuata una “vasta e seria” pastorale vocazionale,
per formare al sacerdozio uomini santi: è quanto ha affermato Benedetto XVI nel discorso
ai vescovi del Belgio, ricevuti questa mattina in udienza a conclusione della loro
visita ad Limina. Al gruppo di presuli che ha manifestato il proprio dolore
al Papa per le recenti dimissioni di un vescovo coinvolto in una vicenda di abusi,
Benedetto XVI ha indicato il modello dell’“apostolo dei lebbrosi”, il belga San Damiano
de Veuster, la cui vita esemplare, ha detto, “parla alla coscienza dei belgi”. Il
servizio di Alessandro De Carolis:
Solo Cristo
“placa ogni tempesta” e dà la forza e il coraggio di condurre una vita santa in piena
fedeltà al proprio ministero alla propria consacrazione a Dio e alla testimonianza
cristiana. E’ una consolazione che nasce dalle pagine del Vangelo di Matteo quella
che Benedetto XVI vuole condividere con i vescovi del Belgio, che si presentano davanti
a lui come una Chiesa non priva di ferite, in parte interne e in parte dovute alla
difficoltà di annunciare Cristo a una società che tende a dimenticarlo. La prima ferita,
quella più fresca e lancinante riguardante gli abusi sessuali commessi dal clero belga,
la comunica al Papa l'arcivescovo di Bruxelles e primate della Chiesa nazionale,
André-Joseph Leonard:
"C'est une Eglise belge
douloureuse qui s'addresse à vous après le grave scandale..." Quella
che le si avvicina oggi, confida al Papa, è una Chiesa “addolorata” in particolare
dal “grave scandalo provocato dalle dimissioni forzate” del vescovo di Bruges, Roger
Vangheluwe. Addolorata ma anche “determinata – prosegue – ad
affrontare questo tipo di problema con chiarezza”. La risposta del Pontefice è all’insegna
di una consapevole serenità e dell’incoraggiamento. Atteggiamenti con i quali invita
a contrastare tutte le attuali “tendenze” negative per la Chiesa, figlie della secolarizzazione
che colpisce molti Paesi:
“Je me rèfere à la diminution
du nombre… Mi riferisco alla diminuzione del numero di battezzati
che testimoniano apertamente la propria fede e la propria appartenenza alla Chiesa,
all'aumento progressivo dell'età media dei sacerdoti, dei religiosi e delle religiose,
all’insufficienza di persone ordinate o consacrate impegnate nella pastorale attiva
o nei settori educativo e sociale, al numero esiguo di candidati al sacerdozio e alla
vita consacrata”. Tuttavia, ha affermato a questo proposito,
“la diminuzione del numero dei sacerdoti non deve essere vista come un processo inevitabile”:
“Le
Concile Vatican II a affirmé… Il Concilio Vaticano II ha insistito
sul fatto che la Chiesa non può fare a meno del ministero dei sacerdoti. E' pertanto
necessario e urgente conferigli il suo giusto posto e riconoscerne il carattere sacramentale
insostituibile. Ne consegue, pertanto, la necessità di una vasta e seria pastorale
vocazionale, basata sulla santità esemplare dei sacerdoti, l'attenzione ai germi di
vocazione presenti in molti giovani e la preghiera assidua e fiduciosa, secondo il
comando di Gesù”. E in tema di eccellenza sacerdotale, il
Pontefice si è soffermato sulla figura di padre Damiano De Veuster, canonizzato l’11
ottobre scorso:
“Ce nouveau saint parle à la con
science des Belges… Il nuovo Santo parla alla coscienza dei belgi.
Non è stato forse designato come il più illustre figlio della nazione di tutti i tempi?
La sua grandezza, vissuta nel dono totale di sé ai suoi fratelli lebbrosi, al punto
da rimanere anch’egli contagiato e morire, sta nella sua ricchezza interiore, nella
sua costante preghiera, in unione con Cristo (…) In questo Anno Sacerdotale è bene
offrire il suo esempio sacerdotale e missionario, specialmente ai sacerdoti e religiosi”.
Altri “punti delicati”, ha soggiunto Benedetto XVI, riguardano
la formazione cristiana dei laici, soprattutto delle giovani generazioni, e “le questioni
relative al rispetto della vita e all'istituzione del matrimonio e della famiglia”.
Tutti ambiti a loro volta condizionati, non si è nascosto il Papa, dalle “complesse
e spesso inquietanti situazioni legate alla crisi economica, alla disoccupazione,
all'integrazione sociale degli immigrati, alla coesistenza pacifica delle diverse
comunità linguistiche e culturali della nazione”. Infine, il Pontefice ha difeso anche
la corretta espressione e attuazione delle norme liturgiche. I sacerdoti, ha esortato,
si prendano “cura” delle celebrazioni, soprattutto quelle eucaristiche, nelle quali
– ha ripetuto – il mistero della Chiesa si manifesta “nella sua grandiosità e semplicità”.
Al
briefing che è seguito all’incontro con il Papa, nella Sala Stampa della Santa Sede,
mons. Leonard ha riferito che Benedetto XVI si è soffermato brevemente sulla questione
degli abusi sessuali, in quanto si tratta di un argomento ormai noto e sul quale c’è
pieno intendimento con l’episcopato. Il presule ha aggiunto che le parole di Benedetto
XVI sono state assai incoraggianti, soprattutto per i sacerdoti, che in questo momento
stanno soffrendo a causa della generalizzazione del problema degli abusi. L’arcivescovo
di Bruxelles ha inoltre detto che sul modo in cui affrontare i casi di abusi c’è stato
un incontro con la Congregazione per la Dottrina della Fede e che sono proprio le
norme poste da quest’ultima quelle che sono state seguite in Belgio. Il vescovo di
Tournai, mons. Guy Harpigny, ha aggiunto che il Pontefice ha incoraggiato tutti gli
sforzi di evangelizzazione che da qualche anno sono stati intrapresi in Belgio da
parte dei vescovi e da molti loro collaboratori, ma che ha esortato ad un ascolto
più attento della Parola di Dio per un contatto personale più intenso con Cristo.
Circa la nomina del nuovo vescovo di Bruges i presuli hanno infine dichiarato che
per la Chiesa belga si tratta di una scelta importante sulla quale c’è molta attesa.
(A cura di Tiziana Campisi)