Crisi greca: l'Ue approva piano per salvare la moneta unica
I leader europei della zona Euro riuniti nella notte a Bruxelles hanno trovato un
accordo per difendere la moneta unica da una crisi gravissima, che il presidente della
Bce ha definito sistemica. L’obiettivo è quello di dare vita a un «meccanismo» che
dia stabilità ai Paesi che rischiano di farsi contagiare dalla crisi greca. Intanto
ieri le borse europee hanno nuovamente chiuso fortemente in negativo bruciando oltre
180miliardi di Euro. Il servizio da Bruxelles di Laura Serassio:
Dunque,
l’Eurogruppo ha approvato definitivamente le misure di aiuto finanziario alla Grecia
e domani a Bruxelles i ministri delle Finanze dei 27 si riuniranno per finalizzare
l’accordo raggiunto ieri notte a difesa dell’Euro. “Non c'è più tempo da perdere”,
ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo aver parlato con il presidente
Usa Barack Obama e aver concordato sull'esigenza di lanciare un «segnale forte» per
salvare la Grecia ed evitare rischi di contagio. Sulla situazione nel Paese ellenico,
Claudia di Lorenzi ha raccolto la testimonianza di Nocola Nellas, giornalista greco
che vive ad Atene:
R.
– E’ vero che la situazione è molto grave, non solo a livello economico - perché in
pratica lo Stato ha fallito - ma piuttosto a livello sociale. Per tanti anni il popolo
greco ha avuto una relazione di scambio con i politici, raccomandati e così via, con
il risultato che oggi non si sa esattamente quante persone lavorano per lo Stato.
La maggior parte dei cittadini in Grecia vivono questa situazione con grande angoscia
per il futuro, soprattutto noi giovani. Per esempio, una legge taglierà Tredicesima
e Quattordicesima ai dipendenti dello Stato e taglierà anche ai pensionati la maggior
parte dei sussidi, in più si abbasserà lo stipendio minimo, che sarà di 560 euro.
Il lavoro manca e tutti hanno paura di perderlo. Dobbiamo capire la gravità della
situazione e ci dobbiamo chiedere il perché. La risposta è semplice: è colpa nostra.
E’ facile dare la colpa ai politici, che ovviamente hanno le loro colpe, ma quando
io come cittadino voto una persona che so che è corrotta, allora di chi è la colpa?
D.
– Una crisi che esplode oggi, ma che ha radici antiche...
R.
– E’ già da cinque o sei anni che c’è una piccola crisi. Da quando siamo entrati nell’euro
abbiamo avuto tasse per i mutui molto basse. Quindi, la gente ha preso case, ha preso
nuove macchine, ha comprato qualsiasi cosa che non poteva pagare con il suo stipendio.
Ora ci troviamo con questo problema.
D.
– Quanto incide questo sulla possibilità per un ragazzo di pianificare il proprio
futuro?
R. – L’impatto è molto
grave. Stiamo vivendo la stessa cosa che succedeva negli anni ’50 e ’60, quando gran
parte della popolazione greca è andata a vivere negli Stati Uniti, in Germania e in
Australia. Oggi, però, è molto più grave questo problema, perché le persone che vanno
via non sono solo le persone povere, ma sono anche quelle che hanno studiato, che
sono laureate. Quindi, tra 10, 15 anni e più non ci saranno più menti per aiutare
a ricostruire il Paese.
D.
– Con quali risorse pensi sarà possibile ricostruire il Paese?
R.
– La logica impone, innanzitutto, l’aiuto dall’Unione Europea, che è un passo molto
importante, altrimenti la Grecia sarà ufficialmente in bancarotta. Poi, siccome non
abbiamo una moneta nazionale, che non possiamo svalutare, ma l’euro, non possiamo
fare molte cose. Una mia idea è che si diminuiscano le tasse per costruire industrie
e dare nuovi posti di lavoro. Poi, la cosa più importante è la nostra responsabilità
come cittadini di cambiare la nostra mentalità e di diventare quello che la nostra
storia ci impone: un Paese serio.
D.
– Come vedi il tuo futuro in Grecia?
R.
– Personalmente non lo so, ma se non riusciremo noi, a livello europeo, a risolvere
questi problemi, non solo di economia, ma anche di solidarietà - perché ora siamo
noi, ma poi magari seguirà il Portogallo, la Spagna e magari anche l’Italia - credo
che poi ci saranno ulteriori problemi. L’unica cosa che è rimasta è la speranza per
un futuro migliore. E ti giuro che, malgrado tutto questo, sono ancora fiero di essere
greco e sono sicuro che tutti questi sacrifici che dovrà fare il popolo greco non
saranno invano.