2010-05-08 07:58:45

Crisi greca: l'Ue approva piano per salvare la moneta unica


I leader europei della zona Euro riuniti nella notte a Bruxelles hanno trovato un accordo per difendere la moneta unica da una crisi gravissima, che il presidente della Bce ha definito sistemica. L’obiettivo è quello di dare vita a un «meccanismo» che dia stabilità ai Paesi che rischiano di farsi contagiare dalla crisi greca. Intanto ieri le borse europee hanno nuovamente chiuso fortemente in negativo bruciando oltre 180miliardi di Euro. Il servizio da Bruxelles di Laura Serassio: RealAudioMP3


Dunque, l’Eurogruppo ha approvato definitivamente le misure di aiuto finanziario alla Grecia e domani a Bruxelles i ministri delle Finanze dei 27 si riuniranno per finalizzare l’accordo raggiunto ieri notte a difesa dell’Euro. “Non c'è più tempo da perdere”, ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel dopo aver parlato con il presidente Usa Barack Obama e aver concordato sull'esigenza di lanciare un «segnale forte» per salvare la Grecia ed evitare rischi di contagio. Sulla situazione nel Paese ellenico, Claudia di Lorenzi ha raccolto la testimonianza di Nocola Nellas, giornalista greco che vive ad Atene: RealAudioMP3


R. – E’ vero che la situazione è molto grave, non solo a livello economico - perché in pratica lo Stato ha fallito - ma piuttosto a livello sociale. Per tanti anni il popolo greco ha avuto una relazione di scambio con i politici, raccomandati e così via, con il risultato che oggi non si sa esattamente quante persone lavorano per lo Stato. La maggior parte dei cittadini in Grecia vivono questa situazione con grande angoscia per il futuro, soprattutto noi giovani. Per esempio, una legge taglierà Tredicesima e Quattordicesima ai dipendenti dello Stato e taglierà anche ai pensionati la maggior parte dei sussidi, in più si abbasserà lo stipendio minimo, che sarà di 560 euro. Il lavoro manca e tutti hanno paura di perderlo. Dobbiamo capire la gravità della situazione e ci dobbiamo chiedere il perché. La risposta è semplice: è colpa nostra. E’ facile dare la colpa ai politici, che ovviamente hanno le loro colpe, ma quando io come cittadino voto una persona che so che è corrotta, allora di chi è la colpa?

 

 
D. – Una crisi che esplode oggi, ma che ha radici antiche...

 

 
R. – E’ già da cinque o sei anni che c’è una piccola crisi. Da quando siamo entrati nell’euro abbiamo avuto tasse per i mutui molto basse. Quindi, la gente ha preso case, ha preso nuove macchine, ha comprato qualsiasi cosa che non poteva pagare con il suo stipendio. Ora ci troviamo con questo problema.

 

 
D. – Quanto incide questo sulla possibilità per un ragazzo di pianificare il proprio futuro?

 

 
R. – L’impatto è molto grave. Stiamo vivendo la stessa cosa che succedeva negli anni ’50 e ’60, quando gran parte della popolazione greca è andata a vivere negli Stati Uniti, in Germania e in Australia. Oggi, però, è molto più grave questo problema, perché le persone che vanno via non sono solo le persone povere, ma sono anche quelle che hanno studiato, che sono laureate. Quindi, tra 10, 15 anni e più non ci saranno più menti per aiutare a ricostruire il Paese.

 

 
D. – Con quali risorse pensi sarà possibile ricostruire il Paese?

 

 
R. – La logica impone, innanzitutto, l’aiuto dall’Unione Europea, che è un passo molto importante, altrimenti la Grecia sarà ufficialmente in bancarotta. Poi, siccome non abbiamo una moneta nazionale, che non possiamo svalutare, ma l’euro, non possiamo fare molte cose. Una mia idea è che si diminuiscano le tasse per costruire industrie e dare nuovi posti di lavoro. Poi, la cosa più importante è la nostra responsabilità come cittadini di cambiare la nostra mentalità e di diventare quello che la nostra storia ci impone: un Paese serio.

 

 
D. – Come vedi il tuo futuro in Grecia?

 

 
R. – Personalmente non lo so, ma se non riusciremo noi, a livello europeo, a risolvere questi problemi, non solo di economia, ma anche di solidarietà - perché ora siamo noi, ma poi magari seguirà il Portogallo, la Spagna e magari anche l’Italia - credo che poi ci saranno ulteriori problemi. L’unica cosa che è rimasta è la speranza per un futuro migliore. E ti giuro che, malgrado tutto questo, sono ancora fiero di essere greco e sono sicuro che tutti questi sacrifici che dovrà fare il popolo greco non saranno invano.











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