Verso il pellegrinaggio a Fatima: la devozione mariana di Benedetto XVI al centro
dei suoi viaggi apostolici
Il Portogallo attende con gioia l’arrivo del Papa martedì prossimo a Lisbona. Il 15.mo
viaggio apostolico internazionale di Benedetto XVI avrà come momento culminante la
visita al Santuario di Fatima. La dimensione mariana, che ha caratterizzato così intensamente
il Magistero di Giovanni Paolo II, è molto forte anche nel Pontificato di Benedetto
XVI, che in ogni suo viaggio pastorale ha sempre voluto raccogliersi in preghiera
in luoghi legati alla devozione per la Vergine Maria. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
Lasciamoci
guidare da Maria all’incontro con Gesù: è l’invito che Benedetto XVI non si stanca
di ripetere ai fedeli, dall’inizio del suo Pontificato. Un’esortazione che rinnova
in particolare nelle visite ai Santuari mariani, da quello familiare di Altötting,
nella sua Baviera, a quello lontano migliaia di chilometri di Aparecida nel cuore
del Continente latinoamericano. A Lourdes, nel settembre del 2008, il Papa ci chiama
ad accogliere il messaggio di conversione e speranza che sgorga dalla Grotta di Massabielle: “Elle
invite tous les homme de bonne volonté….” “Maria – afferma – invita
tutti gli uomini di buona volontà” e in particolare quanti soffrono “ad alzare gli
occhi verso la Croce, per trovarvi la sorgente della vita e della salvezza”. Guardare
Maria per incontrare Cristo: questo è anche l’appello che il Papa rivolge all’Europa,
nel settembre del 2007, dal Santuario austriaco di Mariazell. Dinnanzi alla statua
della Madonna che tiene in braccio il Bambino, il Papa rivolge il pensiero ai più
piccoli, ai più indifesi: “Das Kind Jesus einnert…” “Il
Bambino Gesù – è il richiamo del Pontefice – ci ricorda naturalmente anche tutti i
bambini del mondo nei quali vuole venirci incontro”. E si rammarica che l’Europa sia
“diventata povera di bambini” perché “vogliamo tutto per noi stessi, e forse non ci
fidiamo troppo del futuro”. Per questo, ribadisce, dobbiamo lasciarci indicare da
Maria il volto di Dio, perché dove “c’è Dio, là c’è il futuro”. Il Papa sottolinea
che da Maria possiamo apprendere come pregare. Lo fa in particolare al Santuario mariano
polacco di Czestochowa, nel maggio 2006, nel viaggio sulle orme del suo amato predecessore
Karol Wojtyla: “E’ Lei ad indicarci come aprire le nostre
menti e i nostri cuori alla potenza dello Spirito Santo, che viene a noi per essere
da noi portato al mondo intero”.Al mondo, attraverso la Chiesa. Nel novembre
2006, nel Santuario mariano di Efeso, Benedetto XVI mette l’accento sulla dimensione
ecclesiale della maternità di Maria. Una maternità, afferma, “iniziata con il fiat
di Nazareth” e che “si compie sotto la Croce”. E aggiunge: “la Vergine Maria, Madre
di Cristo e della Chiesa, è la Madre di quel mistero di unità che Cristo e la Chiesa
inseparabilmente rappresentano e costruiscono nel mondo e lungo la storia”. Quindi,
nel settembre del 2007, a Loreto, invita in particolare i giovani ad accogliere in
profondità la Parola di Dio, come ci insegna Maria: “Per
portare Dio nella piazza, bisogna averlo prima interiorizzato nella casa, come Maria
nell’Annunciazione. E viceversa, la casa è aperta sulla piazza: lo suggerisce anche
il fatto che la Santa Casa di Loreto ha tre pareti, non quattro: è una Casa aperta:
aperta sul mondo, sulla vita, anche su questa Agorà dei giovani italiani”. In
un altro luogo simbolo della devozione alla Vergine, Pompei, il Papa constata, nell’ottobre
2008, che i Santuari non sono mai “cattedrali nel deserto”. Queste “cittadelle di
Maria”, rileva, sono sempre inserite nel loro territorio quale esempio di una civiltà
dell’amore da costruire sotto “lo sguardo materno di Maria”. Ed invita i fedeli a
rivolgersi a Maria con il Rosario, “una preghiera contemplativa accessibile a tutti”: “E’
vincolo spirituale con Maria per rimanere uniti a Gesù, per conformarsi a Lui, assimilarne
i sentimenti e comportarsi come Lui si è comportato. Il Rosario è ‘arma’ spirituale
nella lotta contro il male, contro ogni violenza, per la pace nei cuori, nelle famiglie,
nella società e nel mondo”.