2010-05-06 14:41:12

Forum dell'Azione Cattolica a Cracovia sull'impegno dei laici per un mondo più umano


Oggi pomeriggio, con la celebrazione eucaristica a Cracovia presieduta dall’arcivescovo della città polacca, il cardinale Stanislaw Dziwisz, avrà inizio il V Incontro continentale del Forum Internazionale dell'Azione Cattolica per l’Europa e Mediterraneo. Tema dell’incontro è: “Pane, vita, pace, libertà. Laici di Azione Cattolica nelle città per un mondo più umano”. Il servizio di Davide Dionisi:RealAudioMP3

Tutto è pronto al Centro pastorale del Santuario della Divina Misericordia di Cracovia dove - per quattro giorni - ben 130 rappresentanti delle associazioni di Azione Cattolica di 13 Paesi europei - oltre ai delegati di Argentina, Burundi, Myanmar e Terra Santa si confronteranno sull'impegno dei laici per un mondo più umano. Una nuova proposta di missione cittadina per il Vecchio Continente? Lo abbiamo chiesto a Maria Grazia Tibaldi, segretaria del Segretariato del Forum Internazionale Azionale Cattolica:

 
R. – Più che altro abbiamo inteso “città” per dire più ampiamente società. Abbiamo, però, scelto “città” perché è proprio nelle grandi aree urbane che le contraddizioni e, allo stesso tempo, i segni di speranza forse diventano più espliciti oggi: dalle grandi megalopoli dell’Africa alle grandi città dell’Europa.

 
D. - Siete impegnati per rendere il mondo più umano e lo ribadirete nei prossimi quattro giorni. Quali sono i punti di forza dei vostri progetti?

 
R. – Il punto di forza dell’Azione Cattolica, in tutto il mondo, è quello della formazione. Quindi, puntare sulla formazione. Anche questo rappresenta una sfida in Europa; cercare di raggiungere le persone lì dove vivono ed accompagnarle anche in percorsi – siano essi per adulti o per giovani – che le aiutino sia ad incontrare Cristo che a testimoniarlo nella loro vita. E’ per questo che il punto di forza è rappresentato proprio dalla formazione: la formazione fatta in piccoli gruppi, nelle parrocchie, nelle diocesi, inserita nella missione della Chiesa locale e della Chiesa in Europa.

 
D. - Concluderete i lavori domenica 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa nel 60.mo anniversario della Dichiarazione di Schuman. Cos’è cambiato, evidentemente non solo dal punto di vista politico, da quel 9 maggio 1950, quando l'allora ministro degli Esteri del governo francese pronunciò il primo discorso politico ufficiale, in cui compare il concetto di Europa, intesa come unione?

 
R. – Certamente l’Unione è cresciuta anche proprio nell’idea di Europa in questi anni. Non possiamo non ricordare il contributo che ha dato Giovanni Paolo II e il suo Pontificato. Siamo in Polonia, siamo nell’Est e vogliamo contribuire proprio ad un’Europa che sappia sempre più respirare con due polmoni, dal punto di vista cristiano e dal punto di vista di una apertura a tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali. Quindi, un’Europa ancora più grande di quella che è oggi l’Unione Europea. Ci auguriamo veramente che cresca questa idea di Europa e che cresca un’idea di Europa fraterna, solidale, aperta. Certo, questo richiede anche dei sacrifici, ma c'è anche una prospettiva di futuro.







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