Forum dell'Azione Cattolica a Cracovia sull'impegno dei laici per un mondo più umano
Oggi pomeriggio, con la celebrazione eucaristica a Cracovia presieduta dall’arcivescovo
della città polacca, il cardinale Stanislaw Dziwisz, avrà inizio il V Incontro continentale
del Forum Internazionale dell'Azione Cattolica per l’Europa e Mediterraneo. Tema dell’incontro
è: “Pane, vita, pace, libertà. Laici di Azione Cattolica nelle città per un mondo
più umano”. Il servizio di Davide Dionisi:
Tutto è pronto
al Centro pastorale del Santuario della Divina Misericordia di Cracovia dove - per
quattro giorni - ben 130 rappresentanti delle associazioni di Azione Cattolica di
13 Paesi europei - oltre ai delegati di Argentina, Burundi, Myanmar e Terra Santa
si confronteranno sull'impegno dei laici per un mondo più umano. Una nuova proposta
di missione cittadina per il Vecchio Continente? Lo abbiamo chiesto a Maria
Grazia Tibaldi, segretaria del Segretariato del Forum Internazionale Azionale
Cattolica:
R. – Più che altro abbiamo inteso “città”
per dire più ampiamente società. Abbiamo, però, scelto “città” perché è proprio nelle
grandi aree urbane che le contraddizioni e, allo stesso tempo, i segni di speranza
forse diventano più espliciti oggi: dalle grandi megalopoli dell’Africa alle grandi
città dell’Europa.
D. - Siete impegnati per rendere
il mondo più umano e lo ribadirete nei prossimi quattro giorni. Quali sono i punti
di forza dei vostri progetti?
R. – Il punto di forza
dell’Azione Cattolica, in tutto il mondo, è quello della formazione. Quindi, puntare
sulla formazione. Anche questo rappresenta una sfida in Europa; cercare di raggiungere
le persone lì dove vivono ed accompagnarle anche in percorsi – siano essi per adulti
o per giovani – che le aiutino sia ad incontrare Cristo che a testimoniarlo nella
loro vita. E’ per questo che il punto di forza è rappresentato proprio dalla formazione:
la formazione fatta in piccoli gruppi, nelle parrocchie, nelle diocesi, inserita nella
missione della Chiesa locale e della Chiesa in Europa.
D.
- Concluderete i lavori domenica 9 maggio, giorno della Festa dell’Europa nel 60.mo
anniversario della Dichiarazione di Schuman. Cos’è cambiato, evidentemente non solo
dal punto di vista politico, da quel 9 maggio 1950, quando l'allora ministro degli
Esteri del governo francese pronunciò il primo discorso politico ufficiale, in cui
compare il concetto di Europa, intesa come unione?
R.
– Certamente l’Unione è cresciuta anche proprio nell’idea di Europa in questi anni.
Non possiamo non ricordare il contributo che ha dato Giovanni Paolo II e il suo Pontificato.
Siamo in Polonia, siamo nell’Est e vogliamo contribuire proprio ad un’Europa che sappia
sempre più respirare con due polmoni, dal punto di vista cristiano e dal punto di
vista di una apertura a tutta l’Europa, dall’Atlantico agli Urali. Quindi, un’Europa
ancora più grande di quella che è oggi l’Unione Europea. Ci auguriamo veramente che
cresca questa idea di Europa e che cresca un’idea di Europa fraterna, solidale, aperta.
Certo, questo richiede anche dei sacrifici, ma c'è anche una prospettiva di futuro.