Filippine: ai consigli parrocchiali l’intera gestione della sicurezza nei seggi
A pochi giorni dal voto la Commissione elettorale (Comelec) si affida alle parrocchie
per evitare il fallimento delle elezioni. Da ieri i Parish Pastoral Council for Responsabile
Voting (Ppcrv), gruppi di giovani volontari cattolici, saranno gli unici cittadini
a poter condurre un conteggio parallelo dei voti alle elezioni del 10 maggio, le prime
ad avvalersi del voto elettronico. In questi giorni diverse formazioni politiche,
tra cui quella di governo, hanno attaccato il Comelec e gettato fango sulla gestione
delle elezioni per poter aver accesso al controllo dei seggi. Un parroco di Manila,
anonimo per motivi di sicurezza, afferma all'agenzia AsiaNews, che “Il Comelec ha
chiesto aiuto ai consigli parrocchiali per monitorare i seggi e dato ad ogni responsabile
uno speciale codice per tenere sotto controllo anche i presidenti di seggio. Nella
nostra parrocchia vi sono circa 100 supervisori (In tutto il Paese sono circa 45mila)
per un totale di 43mila elettori. Il sistema di voto – continua la fonte - è troppo
complesso e la gente teme il fallimento delle elezioni. In tutte le parrocchie stiamo
testando tutte le strumentazioni elettroniche e organizzando dei corsi di educazione
al voto per la popolazione”. I problemi sono dovuti soprattutto all’eccessivo carico
di informazioni registrate dalle macchine per il voto e all’alto numero di votanti
per seggio (circa 800). A ogni elettore viene consegnata una sola scheda valida per
l’elezione del presidente, vicepresidente, parlamento e politici regionali, provinciali
e locali. Una volta spuntati i nomi dei candidati, l’elettore inserisce la propria
scheda all’interno della macchina che certifica la validità del voto e registra in
memoria le informazioni. Il sacerdote dice che nella metà dei casi, la macchina registra
come non valida la scheda e richiede la ripetizione del voto, aumentando il rischio
di errori e brogli. I gruppi politici sfruttano la situazione di caos stanno preparando
schede precompilate da consegnare agli elettori in difficoltà. “Per tutta la campagna
elettorale i comitati legati ai partiti – aggiunge - hanno puntato solo a raccogliere
voti e nelle aree più povere hanno illuso la gente regalando magliette per gli uomini
e ventagli per le donne con il simbolo del candidato da votare, invece di spiegare
i meccanismi di voto”. La fonte afferma che “a livello locale noi sacerdoti insieme
con i parrocchiani abbiamo invece tentato di individuare e formare delle persone in
grado di portare avanti una politica onesta e attenta alle esigenze della gente”.
“L’influenza della Chiesa – aggiunge – è stata notata anche dai parlamentari che tentano
in tutti i modi di trovare l’approvazione del clero o dei leader religiosi. La Chiesa
però non fa campagna elettorale, ma collabora con le istituzioni per dare alla popolazione
elezioni libere e tirare fuori il meglio dalla gente”. (R.P.)