Campagna delle religiose contro la tratta delle persone durante i Mondiali in Sudafrica
Si è svolta stamani presso la nostra emittente la conferenza stampa di presentazione
della “Campagna di contrasto alla tratta delle persone durante il Mondiale di Calcio
in Sudafrica”. L’iniziativa è promossa dall'Unione internazionale delle superiore
generali (Uisg) e dall'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Tra
i promotori della Campagna c'è la suora salesiana Bernadette Sangma, operatrice
pastorale del settore. Luca Collodi le ha chiesto se si teme una crescita della
piaga dello sfruttamento sessuale in occasione dei Mondiali di Calcio:
R. – Questo
è uno dei nostri timori, sì, e non solo riguardo allo sfruttamento sessuale, ma anche
riguardo allo sfruttamento lavorativo. D. – Voi vi state impegnando
contro la tratta delle persone: cosa significa in particolare “tratta” in un Campionato
mondiale di Calcio? R. – La tratta è solitamente caratterizzata
dallo spostamento di persone destinate allo sfruttamento. Ovviamente, durante i Mondiali
ci sarà una fortissima richiesta di servizi e tanti di questi servizi è possibile
che vengano svolti proprio dalle persone che sono state forzate al lavoro o anche
allo sfruttamento sessuale. E’ per questo che noi ci stiamo impegnando. D.
– Suor Sangma, voi vi rivolgete in particolare ai tifosi che andranno allo stadio
a vedere le partite... R. – Cerchiamo di arrivare il più possibile
ai tifosi, perché ci sembra strategico. La logica del mercato ci dice che non c’è
una offerta senza una domanda e quindi se i tifosi riescono a controllarsi, riescono
a non fare "domande" se non quelle che rientrano nel divertimento legittimo, allora
una buona parte dell'offerta sarebbe già limitata. I tifosi diventano per noi i soggetti
principali per fare prevenzione. D. – Durante i Campionati del
Mondo in Sudafrica voi temete anche casi di pedofilia? R. –
Certo. La tratta delle persone finora sembrava coinvolgere esclusivamente gli adulti,
ma in questi ultimi tempi si nota un aumento relativo ai bambini e alle bambine che
vengono “trafficati” sia per il lavoro forzato, sia anche per lo sfruttamento sessuale.
Il timore di pedofilia è allora molto forte. D. – Come cercherete
in Sudafrica di far fronte e di limitare questi fenomeni? R.
– Abbiamo già iniziato azioni di prevenzione e abbiamo lanciato un’attività rivolta
soprattutto ai bambini e ai giovani molto intensa nelle scuole e nelle parrocchie.
Attraverso tutto questo pensiamo di poter prevenire tali fenomeni. D.
– Suor Sangma, avete una collaborazione da parte del governo del Sudafrica e delle
autorità sportive? R. – Direttamente come rete non ci siamo
rivolte alle autorità Fifa, ma uno dei membri della nostra rete ha preparato una lettera
aperta alla Fifa, chiedendo loro di pronunciarsi per una condanna della tratta che
potrebbe svolgersi durante i Mondiali di Calcio. Per quanto riguarda invece il governo
sudafricano, le sorelle della rete in Sudafrica hanno lavorato in tutto questo periodo
in collaborazione con le autorità governative e ci sono state anche alcune azioni
concrete come quella di accreditare alcuni centri di accoglienza tenuti dalle religiose.
(Montaggio a cura di Maria Brigini)