Il Patriarca Bartolomeo I: si utilizzi ogni risorsa per contenere la marea nera nel
Golfo del Messico
La fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico è un segno di quanto l’uomo si sia
spostato dal disegno di Dio della Creazione. E’ quanto scrive il Patriarca ortodosso
ecumenico Bartolomeo I aggiungendo che ancora una volta gli occhi del mondo sono rivolti
verso la Costa del Golfo. La marea nera sta seguendo un percorso simile a quello dell’uragano
Katrina del 2005. Nell’immediato – spiega il Patriarca – la reazione è di pregare
con fervore affinché si trovi “una risposta efficiente all’attuale crisi”. In questa
drammatica fase – sottolinea Bartolomeo I – possiamo piangere per il “sacrificio di
vite umane” e sostenere le comunità della regione, la cui “sussistenza dipende direttamente
dalla pesca nel Golfo”. Ma oltre a pregare, i cristiani hanno un’altra responsabilità:
quella di ribadire che maltrattare l’ambiente “significa peccare contro Dio”. Singole
persone, istituzioni e imprese sono responsabili per aver ignorato le conseguenze
dello sfruttamento ambientale. Mentre nel caso dell’uragano Katrina si è trattato
di una “calamità naturale” questa volta il disastro è stato causato dall’uomo. Il
Patriarca ortodosso ecumenico aggiunge che si deve ricorrere ad ogni risorsa per contenere
il disastro. Bartolomeo I condivide infine l’approccio della Casa Bianca e di alcuni
leader del Congresso, secondo cui prima di iniziare nuove perforazioni in mare aperto,
si deve arrivare ad una maggiore comprensione dell’impatto ambientale di tali attività.
(A cura di Amedeo Lomonaco)