2010-05-04 14:14:05

Messaggio di Benedetto XVI per i 95 anni di Elio Toaff rabbino capo emerito di Roma


In un clima di festa si è tenuta ieri, in un albergo romano, la cerimonia per i 95 anni del rabbino capo emerito di Roma, Elio Toaff. In questa particolare occasione è stata anche presentata la “Fondazione Elio Toaff” che avrà il compito di promuovere la cultura ebraica. Speciali auguri sono stati rivolti a Toaff da Benedetto XVI. Nel suo messaggio, letto dal segretario del Santo Padre mons. Georg Gänswein, il Papa sottolinea l’impegno del rabbino emerito di Roma “per la promozione di relazioni fraterne tra cattolici ed ebrei” e “la sincera amicizia” con Giovanni Paolo II. Il servizio di Amedeo Lomonaco:RealAudioMP3

Nel messaggio il Papa ricorda come il Signore abbia rinfrancato il rabbino capo emerito di Roma, guidandolo “per il giusto cammino, anche nella valle più oscura, nell’ora della persecuzione e dello sterminio del popolo ebraico”. “Il Signore – aggiunge il Santo Padre rivolgendosi a Toaff – nei suoi misteriosi disegni ha voluto che "sperimentasse in maniera singolare la sua salvezza", divenendo un “segno di speranza per la rinascita di molti suoi fratelli”.

 
In occasione del 95.mo compleanno di Elio Toaff, rabbino capo di Roma dal 1951 al 2001, è stata allestita una mostra nel Museo ebraico capitolino. Ieri è stato anche presentato il volume: “Elio Toaff. Un secolo di vita ebraica in Italia”. Su questa figura di primo piano nella seconda metà del Novecento, si sofferma la curatrice del libro, la professoressa Anna Foa:

R. – Elio Toaff ha vissuto tutte le drammatiche vicende della guerra e poi del dopoguerra. Toaff riesce a fare un’opera che sia al tempo stesso di riorganizzazione interna, ma soprattutto un’opera di inserimento di questo mondo ebraico così disgregato dalle vicende storiche dentro la società esterna. Recepisce tutti i cambiamenti di questa società e in qualche modo fa da cinghia di trasmissione fra il suo mondo ebraico e questi cambiamenti. E’ il Concilio, il dialogo con il mondo cattolico, anche l’elaborazione del lutto e della memoria della Shoah: sono tutti procedimenti fondamentali di costruzione della nostra società nel corso della seconda metà del Novecento, che accompagnano e vengono interpretati dal rabbino Toaff nel senso di gettare un ponte verso il mondo esterno e non di chiudersi in una società chiusa all’esterno.

 
D. Quale contributo ha dato il rabbino Toaff al dialogo tra ebrei e cattolici?

 
R. – Toaff ha vissuto tutte le fasi di questa trasformazione data dal dialogo. Si è accostato al mondo cattolico, lo ha compreso e ha fatto sì che il mondo ebraico lo comprendesse, fino ad arrivare a quella straordinaria sintonia con Giovanni Paolo II che ha portato alla visita alla Sinagoga, a quel grande applauso e a quella commozione di quella visita che hanno segnato veramente una nuova fase nei rapporti ebraico-cristiani. Toaff ha saputo interpretarli, filtrarli e trasmetterli.

 
Il dialogo tra ebrei e cristiani si fonda anche su valori e principi condivisi, imprescindibili pilastri per fondare la società su un’autentica fratellanza, come sottolineava lo stesso Elio Toaff in un’intervista rilasciata alla nostra emittente nel 2006:

 
“Collaborare perché tutti, tutte le religioni o almeno quasi tutte, hanno come scopo l’innalzamento del livello morale delle popolazioni. Se noi avessimo il successo che desideriamo, non ci sarebbero più né guerre, né odi, ma ci sarebbe la fratellanza universale, quella che i profeti ci hanno predetto”.







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