Libertà di stampa nel mondo: 76 giornalisti uccisi nel 2009
Ancora un anno drammatico per la libertà di stampa nel mondo. Lo documenta il rapporto
presentato ieri dall’organizzazione "Reporter senza frontiere". 76 i giornalisti uccisi
nel 2009 - 20% in più rispetto all’anno precedente - 33 rapiti, 573 arrestati e 1476
aggrediti o minacciati. Ed ancora 570 i media sottoposti a censura contro i 353 del
2008. Sul fronte internet, un blogger è morto in prigione, 61 sono stati aggrediti
e 151 arrestati tra i ciber-dissidenti. 60 i Paesi colpiti da misure censorie sul
web. Nonostante ''la libertà d'espressione” sia sancita dalla Dichiarazione universale
dei diritti umani, “in tutto il mondo ci sono governi e potentati che provano ad ostacolarla
in tutti i modi”, ha deprecato il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-Moon, nel messaggio
per la Giornata mondiale della libertà di stampa, celebrata ieri. “Tutti i governi
– ha ammonito - hanno il dovere di proteggere coloro che lavorano nei media e di investigare
e perseguire coloro che commettono crimini contro i giornalisti''. Riguardo la classifica
dei Paesi stilata ogni anno da "Reporter senza frontiere" in base al rispetto della
libertà di stampa, ai primi cinque posti, pari merito troviamo Danimarca, Finlandia,
Irlanda, Norvegia e Svezia. In forte recupero di 16 posizioni gli Stati Uniti, collocati
al 22mo posto. Preoccupante la situazione in Francia, che pure risale dal 51mo posto
al 43mo e fortemente critica la posizione dell’Italia che scende ancora dal 44mo al
49mo posto, dietro molti Paesi africani, latinoamericani e dell’est europeo. Particolarmente
severo il giudizio di "Reporter senza frontiere" sull’Italia: “l’unico Paese al mondo
– si legge nel rapporto – nel quale il presidente del Consiglio controlla direttamente
la quasi totalità delle Reti televisive nazionali: da una parte i tre canali della
Tv di Stato in quanto primo ministro e dall'altra il più grande gruppo radiotelevisivo
privato (tre canali nazionali, oltre a diversi giornali e a un network radiofonico)''.
Nel mirino dell’organizzaizone umanitaria Silvio Berlusconi, che negli ultimi mesi
- sostiene una nota di Rsf – ha pure “moltiplicato le pressioni sull'informazione
e gli attacchi alla libertà di stampa”. Tra i 40 peggiori nemici alla libertà di stampa,
"Reporter senza frontiere" si confermano i capi di Stato cinese Jintao, iraniano
Ahmadinejad, rwandese Kagame e cubano Castro, oltre al primo ministro russo Vladimir
Putin. Fra i nuovi ''predoni dell’informazione'' sono il capo talebano Mullah Omar,
il presidente ceceno filo-russo Ramzan Kadyrov e quello dello Yemen, Ali Abdulah Saleh.
Nella lista figurano anche il gruppo separatista basco dell'Eta, le milizie islamiche
somale e la criminalità organizzata italiana, che costringe almeno 10 giornalisti
a vivere sotto la protezione delle Forze dell'ordine. (A cura di Roberta Gisotti)