Il Papa a Torino per l'Ostensione della Sacra Sindone
Il Papa è giunto stamani a Torino in occasione dell'Ostensione della Sacra Sindone.
"E' una grazia speciale per la nostra Chiesa” ha detto l’arcivescovo della città,
il cardinale Severino Poletto. Il Santo Padre presiede in piazza San Carlo
, dove sono presenti circa 25 mila fedeli, la Santa Messa e la recita del Regina Coeli,
poi il pranzo con i vescovi del Piemonte, nel pomeriggio la preghiera davanti al Sacro
Lino, successivamente l’incontro con i giovani e la visita al Cottolengo. Questa sera
il rientro a Roma. Ma cosa ci dice oggi la Sindone? Al microfono di Massimiliano
Menichetti, ci risponde l’arcivescovo di Torino, il cardinale Severino Poletto:00:03:33:41 R.
– La Sindone ci dice che – userei un’espressione della Lettera agli Ebrei – non c’è
redenzione e non c’è salvezza, senza spargimento di sangue: questo è riferito al Signore
Gesù che è venuto per dare la sua vita per noi e, quindi, a subire la Passione e la
morte terribile in Croce. Ma questa espressione può essere anche applicata a noi:
non c’è salvezza senza – e non usiamo la parola letterale “spargimento di sangue”
– sacrificio, senza rinuncia, senza lotta. La prima lotta che dobbiamo affrontare
è quella spirituale contro il peccato, contro il male, contro tutto ciò che ci allontana
da Dio. Naturalmente ci sono poi le lotte di chi fatica, di chi è povero, di chi è
malato, di chi è sofferente, di chi è senza lavoro, di chi è schiacciato dalla violenza,
dal terrorismo. Quanta sofferenza c’è ancora oggi nel mondo! Perciò l’Ostensione è
questo grande messaggio di speranza, che nasce dalla sofferenza di Cristo. E questo
perché nessuno mai ha sofferto come Lui, ma non dimentichiamoci che Lui è il Figlio
di Dio, che si è fatto uomo, ha cioè preso la nostra umanità, per poter soffrire per
noi e potremmo anche dire al nostro posto e per dare a tutte le nostre sofferenze,
che son più piccole della sue, un significato redentivo. D.
– Quindi, al di là delle discussioni e degli studi, la Sindone rimanda alla verità
di Cristo... R. – Noi non fondiamo la fede sulla Sindone. I
giornalisti, una volta in una conferenza stampa, mi hanno chiesto : “Se non ci fosse
la Sindone, se sparisse o se un incendio la distruggesse, ne risentirebbe la fede
della Chiesa?”. Neanche per sogno! La nostra fede è fondata sul Vangelo, la nostra
fede è fondata sugli Apostoli, testimoni della Resurrezione, sugli annunciatori e
sui loro successori. Da duemila anni la Chiesa annuncia che Cristo è Risorto. Io credo
che non siano importanti le discussioni che si fanno, è importante per la nostra fede
che noi la sentiamo non fondata sulla Sindone. La Sindone mi aiuta a ripassare la
sofferenza di Gesù così come è scritta sui Vangeli, perché guardi che è impressionante
vedere che non c’è nulla di ciò che si vede dalla Sindone che non sia descritto in
tutti i particolari nei quattro Vangeli. Mi aiuta allora a meditare, mi aiuta a pregare,
mi aiuta a commuovermi, mi aiuta a sentire che sono amato da Cristo, fino al punto
che ha dato la vita per me. Ecco che questo mi spinge alla conversione, al pentimento
dei miei peccati, a diventare più buono. Questo è importante per noi. Le discussioni
poi sull’autenticità e sulla storicità le facciano pure, perché – come ha detto Giovanni
Paolo II nel 1998, quando venne e disse – non sta alla Chiesa, perché non è una materia
di fede, ma sta agli scienziati e agli storici – se riescono – a deciderne l’autenticità
o meno. Ha però raccomandato: lo facciano senza pregiudizi, senza posizioni precostituite
e senza offendere la sensibilità dei credenti che vedono in quel telo un segno grande
dell’amore di Dio. (Montaggio a cura di Maria Brigini)