Al via a Shanghai l'Esposizione universale, presentata dalla Cina come la più grande
e ambiziosa della storia, con una partecipazione record di 189 Paesi e 100 milioni
di visitatori attesi fino alla chiusura, il 31 ottobre. Ieri la cerimonia inaugurale,
oggi l'apertura al pubblico. L'Expo di Shanghai è ispirata alla qualità della vita
nelle metropoli. Per il gigante asiatico, l’evento si presenta anche come un'occasione
per migliorare i rapporti diplomatici con molti Paesi e intensificare gli scambi commerciali,
dopo la vetrina dei Giochi Olimpici di Pechino 2008. Giada Aquilino ne ha parlato
con Francesco Sisci, corrispondente da Pechino per il quotidiano La Stampa:
R. – L’Esposizione
universale ha due aspetti per la Cina: da una parte, quello che a noi appare più ovvio,
cioè quello per cui la Cina vuole mostrarsi al mondo, apparire, farsi vedere, durante
questa magnifica Esposizione; dall’altra - più importante per la Cina e per i cinesi
– quello dell’opportunità, per una fetta molto significativa di popolazione, di vedere
per la prima volta il mondo. I cinesi che vanno all’estero, o che lo sono stati, sono
ancora molto pochi e questo certamente per questioni economiche, ma soprattutto –
direi – per questioni di visto, per il timore di immigrazioni illegali. L’Esposizione
di Shangai rappresenterà, quindi, per decine di milioni di cinesi un’opportunità di
vedere l’estero in maniera almeno indiretta, ma comunque di vedere quello che c’è
di meglio, di più avanzato ed anche di futuribile che il mondo ha da offrire alla
Cina e ai cinesi. D. – E’ stato messo l’accento sulla qualità
della vita nelle metropoli. Eppure spesso ci sono state polemiche, per esempio per
le emissioni nocive… R. – E’ il conto della modernità, che non
è mai un conto pari. Abbiamo sconfitto la fame; abbiamo migliorato la qualità della
vita, nel senso che viviamo di più; abbiamo allontanato un po’ le malattie; ma in
generale abbiamo anche danneggiato il sistema dell’ambiente. Quello che è avvenuto
in Europa in un arco di 200 anni, in Cina sta avvenendo nell’arco di 30, 40 anni.
D. – Il più grande degli 11 padiglioni collettivi dell’Esposizione
è quello dell’Africa. E’ un caso, c’è un significato particolare? R.
– Ovviamente la Cina ha un interesse crescente verso l’Africa ed ha scambi sempre
maggiori con quel continente. Per decenni l’Africa è stato una specie di angolo oscuro
nella mappa politica della Cina, mentre negli ultimi anni, anche grazie all’aumento
del commercio bilaterale e ai bisogni della Cina di comprare materie prime, all’Africa
è stato dato maggiore risalto. E il governo cerca ora di dare ad essa una visione
ancora più ampia ed un profilo diverso.