Pakistan: violenze quotidiane contro i cristiani nel silenzio generale
Quotidiani episodi di violenza contro i cristiani e le loro istituzioni; stupri e
torture nell’indifferenza generale: è quanto segnalano con preoccupazione fonti dell'agenzia
Fides in Pakistan, riferendo gli ultimi gravi episodi di cui sono vittime i fedeli
pakistani. Ieri a Quetta, nel Beluchistan, un cittadino cristiano, Zulfiqar Gulzar,
è stato ucciso in strada da persone non identificate, nello sconcerto della comunità
locale, che chiede luce sul delitto e giustizia. Sempre ieri, nella città di Sargodha,
in Punjab, un barbiere cristiano 29 enne, Marwat Masih, è stato percosso e stuprato
da un gruppo di musulmani tradizionalisti, che lo accusavano di aver tagliato la barba
a un giovane musulmano, entrato nella sua bottega pregandolo di rasarlo. Sempre in
Punjab, nei giorni scorsi, nella città di Murree, la scuola femminile “St. Deny’s
Girls High School”, gestita dalla Chiesa protestante del Pakistan è stata data alle
fiamme. Le indagini seguono la pista di gruppi musulmani fondamentalisti (i cosiddetti
“talebani pakistani”) che negano l’istruzione alle ragazze e intendono eliminare le
opere sociali cristiane, come si è visto anche dagli attacchi avvenuti, nel marzo
scorso, agli uffici dell’Ong di ispirazione cristiana “World Vision” e a una scuola
Salesiana in Beluchistan. Nella capitale Islamabad, intanto, alcune Ong stanno protestando
per un altro caso di violenza ai danni di una ragazza cristiana, dopo quello clamoroso
di Shazia: si tratta di Sumera Pervaiz, 14enne che lavorava come domestica nella casa
di Faheem Cheema, un comandante dell’Aeronautica pakistana. Accusata, senza prove,
di aver rubato alcuni gioielli, Sumera è stata tenuta sotto sequestro, malmenata e
torturata per 5 giorni per estorcerle una confessione che la ragazza, innocente, non
ha reso. Ora è ricoverata in ospedale e rischia di perdere l’uso delle gambe. La Commissione
“Giustizia e Pace” in seno alla Conferenza episcopale, ha chiesto nuovamente l’attenzione
del governo per i frequenti casi di violenze, di minacce contro la libertà e le proprietà
dei cristiani del Pakistan. “Episodi di violenza contro i cristiani proseguono, in
diverse aree del Paese, a ritmo sostenuto. Le vittime sono soprattutto poveri ed emarginati,
che vivono nelle periferie o in aree remote. Ma solo pochissimi episodi giungono sui
mass-media: è la punta di un iceberg. La maggior parte delle violenze avviene nel
silenzio o nell’indifferenza generale”, nota Francis Mehboob Sada, direttore del “Christian
Study Center” di Rawalpindi, centro di ricerca che svolge un monitoraggio sui diritti
umani nel Paese. “Siamo preoccupati, e andiamo avanti nella nostra lotta per i diritti
delle minoranze”, afferma. (R.P.)