Il Papa ai vescovi di Liberia, Gambia e Sierra Leone: promuovete il dialogo con
l'islam; la mentalità antinatalista non è progresso culturale
La pace, la difesa della vita e della famiglia, la formazione di laici e sacerdoti:
sono i temi forti affrontati da Benedetto XVI nel discorso ai vescovi africani di
Liberia, Gambia e Sierra Leone, ricevuti stamani in udienza in occasione della visita
ad Limina. Il Papa ha inoltre auspicato un impegno dei cittadini di questi Paesi contro
la corruzione e in favore di uno sviluppo integrale. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
In
Liberia, Gambia e Sierra Leone, la Chiesa cattolica è impegnata “nel processo di riconciliazione
nella giustizia e nella verità”: è quanto ribadito da Benedetto XVI che ha chiesto
il “rispetto dei diritti umani donati da Dio”, auspicando che vengano “disinnescate
le tendenze alla vendetta e alla ritorsione”. “In your service
to peace…” “Nel vostro servizio di pace”, ha esortato il Pontefice,
“continuate a promuovere il dialogo con le altre religioni, specialmente l’islam”
contrastando “ogni forma di intolleranza, ingiustizia e oppressione”. Un “clima di
dialogo e comunione”, ha soggiunto, “deve caratterizzare la Chiesa locale”. Ed ha
ribadito che i vescovi sono chiamati a “guidare la lotta contro la corruzione richiamando
l’attenzione sulla gravità e l’ingiustizia” di tale peccato. Comprensione, rispetto
e fiducia, ha detto ancora, devono animare il lavorare assieme nella “difesa della
vita e nella lotta contro le malattie e la malnutrizione”. Il Papa non ha mancato
di rivolgere il pensiero alla vita e alla famiglia. "In an
environment marked by divorce…” “In un ambiente segnato dal divorzio
e dalla poligamia – ha detto ai vescovi – siete chiamati a promuovere l’unità e il
bene della famiglia Cristiana, costruita sul Sacramento del matrimonio”. Al contempo,
li ha esortati a “mantenere la dignità delle donne nel contesto dei diritti umani”,
difendendo la gente “dai tentativi di introdurre una mentalità antinatalista” presentata
come “una forma di progresso culturale” (Caritas in veritate, 28). Quindi, ha ribadito
l’importanza della formazione dei sacerdoti che, ha detto, devono essere uomini di
preghiera, chiari nel loro insegnamento, maturi e rispettosi nel rapporto con gli
altri e compassionevoli nei confronti dei bisognosi. “I
appreciate in a special way…” “Apprezzo in special modo – ha poi affermato
il Papa – l’assistenza che offrite ai rifugiati e agli immigrati” e li ha invitati
“a cercare, quando possibile, una cooperazione pastorale” con i Paesi d’origine. La
lotta contro la povertà, ha proseguito, “deve essere portata avanti nel rispetto della
dignità dei soggetti coinvolti” incoraggiandoli ad essere protagonisti del “loro sviluppo
integrale”. Il Papa ha quindi elogiato l’impegno della Chiesa locale nell’educazione,
nella sanità e più generalmente nelle iniziative caritatevoli verso i poveri e i bisognosi.
La Chiesa, quale segno e strumento della Famiglia di Dio, ha concluso, deve testimoniare
l’amore di Dio che si estende oltre le frontiere e abbraccia ogni donna e ogni uomo.