2010-04-29 12:18:20

Il Papa ai vescovi di Liberia, Gambia e Sierra Leone: promuovete il dialogo con l'islam; la mentalità antinatalista non è progresso culturale


La pace, la difesa della vita e della famiglia, la formazione di laici e sacerdoti: sono i temi forti affrontati da Benedetto XVI nel discorso ai vescovi africani di Liberia, Gambia e Sierra Leone, ricevuti stamani in udienza in occasione della visita ad Limina. Il Papa ha inoltre auspicato un impegno dei cittadini di questi Paesi contro la corruzione e in favore di uno sviluppo integrale. Il servizio di Alessandro Gisotti: RealAudioMP3


In Liberia, Gambia e Sierra Leone, la Chiesa cattolica è impegnata “nel processo di riconciliazione nella giustizia e nella verità”: è quanto ribadito da Benedetto XVI che ha chiesto il “rispetto dei diritti umani donati da Dio”, auspicando che vengano “disinnescate le tendenze alla vendetta e alla ritorsione”.
 
“In your service to peace…”
“Nel vostro servizio di pace”, ha esortato il Pontefice, “continuate a promuovere il dialogo con le altre religioni, specialmente l’islam” contrastando “ogni forma di intolleranza, ingiustizia e oppressione”. Un “clima di dialogo e comunione”, ha soggiunto, “deve caratterizzare la Chiesa locale”. Ed ha ribadito che i vescovi sono chiamati a “guidare la lotta contro la corruzione richiamando l’attenzione sulla gravità e l’ingiustizia” di tale peccato. Comprensione, rispetto e fiducia, ha detto ancora, devono animare il lavorare assieme nella “difesa della vita e nella lotta contro le malattie e la malnutrizione”. Il Papa non ha mancato di rivolgere il pensiero alla vita e alla famiglia.
 
"In an environment marked by divorce…”
“In un ambiente segnato dal divorzio e dalla poligamia – ha detto ai vescovi – siete chiamati a promuovere l’unità e il bene della famiglia Cristiana, costruita sul Sacramento del matrimonio”. Al contempo, li ha esortati a “mantenere la dignità delle donne nel contesto dei diritti umani”, difendendo la gente “dai tentativi di introdurre una mentalità antinatalista” presentata come “una forma di progresso culturale” (Caritas in veritate, 28). Quindi, ha ribadito l’importanza della formazione dei sacerdoti che, ha detto, devono essere uomini di preghiera, chiari nel loro insegnamento, maturi e rispettosi nel rapporto con gli altri e compassionevoli nei confronti dei bisognosi.
 
“I appreciate in a special way…”
“Apprezzo in special modo – ha poi affermato il Papa – l’assistenza che offrite ai rifugiati e agli immigrati” e li ha invitati “a cercare, quando possibile, una cooperazione pastorale” con i Paesi d’origine. La lotta contro la povertà, ha proseguito, “deve essere portata avanti nel rispetto della dignità dei soggetti coinvolti” incoraggiandoli ad essere protagonisti del “loro sviluppo integrale”. Il Papa ha quindi elogiato l’impegno della Chiesa locale nell’educazione, nella sanità e più generalmente nelle iniziative caritatevoli verso i poveri e i bisognosi. La Chiesa, quale segno e strumento della Famiglia di Dio, ha concluso, deve testimoniare l’amore di Dio che si estende oltre le frontiere e abbraccia ogni donna e ogni uomo.







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