Cresce l'allarme in Louisiana per l'arrivo sulle coste della chiazza di petrolio
Cresce l’allarme nel Golfo del Messico per l’enorme chiazza di greggio fuoriuscita
dalla piattaforma petrolifera esplosa nei giorni scorsi. La massa si muove minacciosa
verso le coste della Louisiana, nonostante i tentativi di contenimento. Il servizio
di Eugenio Bonanata:
Ormai è una
corsa contro il tempo. Le squadre di soccorso hanno iniziato a bruciare la chiazza
ma il greggio continua a fuoriuscire dalla piattaforma ad un ritmo ben superiore rispetto
alle aspettative: si parla di 5 mila barili di greggio riversati in mare ogni giorno.
I robot sottomarini impiegati per tappare le falle non hanno raggiunto l’obiettivo.
Peraltro, in queste ore è stato scoperto un altro squarcio, il terzo, ad oltre 1.500
metri di profondità. L’altro fattore negativo è il vento che spinge velocemente la
chiazza verso le coste della Louisiana. L’arrivo è previsto per questa sera. A largo
sono state già piazzate delle barriere gonfiabili. Presto però ne serviranno altre.
Le autorità locali hanno già chiesto aiuti finanziari per fronteggiare l’emergenza
ambientale. Il timore principale è che la chiazza possa raggiungere il delta del Mississippi
e quindi insinuarsi nelle paludi della regione. Ripulirle sarebbe impossibile, hanno
annunciato gli esperti. Drammatiche le conseguenze anche per le riserve naturali,
ricche di uccelli acquatici a rare specie animali. Ma si guarda con ansia soprattutto
ai danni per l’industria della pesca, principale fornitore del mercato statunitense.
Si tratta di allevamenti di ostriche e frutti di mare, per un valore di circa due
miliardi e mezzo di dollari all’anno.
India-Pakistan India e
Pakistan hanno ripreso i negoziati di pace interrotti con l’attentato del 2008 a Mumbai,
per il quale Nuova Delhi sospetta il coinvolgimento del Pakistan. La decisione presa
dopo l’incontro di oggi in Bhutan fra il premier indiano, Singh, e quello pakistano,
Gilani. Le parti hanno concordato di programmare altri colloqui da tenersi “il più
presto possibile”. Il Pakistan ha garantito il massimo impegno sul fronte terrorismo,
mentre l’India si è detta pronta a discutere su ogni aspetto delle relazioni bilaterali.
ThailandiaI n
Thailandia, prosegue il braccio di ferro tra il premier, Vejajiva, e le “camicie rosse”,
sostenitrici dell’ex primo ministro, Thaksin, che oggi presenteranno una petizione
alla rappresentanza dell’Unione Europea a Bangkok: intendono chiedere ufficialmente
a Bruxelles di intervenire per porre fine alle violenze e di inviare osservatori internazionali.
Intanto, quella di ieri è stata l’ennesima giornata di tensione.
Nepal Tensione
in Nepal. Migliaia di maoisti, sostenitori dell’opposizione, si radunano a Kathmandu
per una manifestazione di protesta prevista per il primo maggio e per uno sciopero
generale in programma nei giorni successivi. Ci sono stati scontri con la polizia.
I dimostranti accusano l'esecutivo per i ritardi nel processo di pace avviato nel
2006 dopo la caduta della monarchia e chiedono un governo di unità nazionale per scrivere
la Costituzione entro la scadenza fissata al prossimo 28 maggio.
Pakistan Una
fonte dell’intelligence pakistana ha detto che sarebbe vivo il leader talebano
nel Paese, Mehsud, dato per morto lo scorso mese di gennaio in seguito ad un attacco
di un aereo senza pilota americano. Finora, il decesso non era mai stato confermato
né dalle autorità locali né dai Servizi segreti statunitensi.
Medio Oriente Sono
quattro le vittime in seguito al crollo di un tunnel di contrabbando che collega la
Striscia di Gaza con l'Egitto. A provocarlo sarebbe stata un’esplosione accompagnata
poi da una fuga di gas. Hamas ha accusato dell’accaduto il Cairo, che negli ultimi
tempi ha intensificato la lotta per prevenire il contrabbando di armi.
Iraq L’ex
primo ministro iracheno, Allawi, ha fatto appello alla comunità internazionale perché
si organizzino nuove elezioni. Nei giorni scorsi, un tribunale ha invalidato la corsa
di 56 candidati, in maggioranza sunniti. Intanto, imperversa la violenza: sono 5 le
vittime e 17 i feriti per l’esplosione ieri di due autobomba a Baghdad.
Hezbollah Libano.
Hezbollah definisce un onore la condanna in Egitto nei confronti di 26 persone giudicate
colpevoli di avere legami col movimento sciita libanese e di aver pianificato attacchi
nel Paese. A parlare è stato il leader del gruppo, Nasrallah, che ha sottolineato
la vicinanza con la causa palestinese, promettendo la liberazione dei membri attraverso
la diplomazia.
Madagascar A Pretoria, in Sudafrica, proseguono i
negoziati per superare la crisi politica in Madagascar culminata nel marzo dell’anno
scorso con la cacciata del presidente Ravalomanana. Proprio lui si è detto fiducioso
della possibilità di superare lo stallo. Di parere opposto, invece, l’attuale capo
dello stato, Rajoelina, che è sostenuto dall’esercito.
Cina-Francia “Pechino
è un partner strategico della Francia”. Lo ha detto il capo dell’Eliseo, Nicolas Sarkozy,
nel secondo giorno della sua visita in Cina che ha sancito il definitivo superamento
della crisi diplomatica fra i due Paesi in atto dal 2008, a causa di divergenze sulla
questione tibetana. Secondo il presidente cinese, Hu Jintao, è stata scritta una nuova
pagina nelle relazioni bilaterali. I due leader hanno concordato sulla necessità di
riflettere assieme sul nuovo ordine monetario mondiale. Siglati accordi nel campo
dell’energia nucleare per scopi civili.
Ucraina Il presidente ucraino,
Ianukovich, ha promulgato la legge sull’accordo che proroga la permanenza della flotta
russa nella base di Sebastopoli, in Crimea, per altri 25 anni dopo la scadenza del
2017. L’intesa era stata ratificata due giorni fa dal parlamento, in un clima di forte
tensione. I tafferugli scoppiati in aula, caratterizzati da lanci di uova e fumogeni,
sono finiti al centro di un’inchiesta aperta oggi dalla procura di Kiev. Chiesta l’acquisizione
delle immagini video girate dai mass media locali.
Italia Sempre
in primo piano, in Italia, la situazione all’interno del Pdl, dopo le frizioni tra
Berlusconi e Fini, il quale ieri ha chiarito che non intende dimettersi dalla presidenza
della Camera e neanche lasciare la coalizione di centrodestra. Il vicecapogruppo alla
Camera, il finiano Italo Bocchino, ha nuovamente rassegnato le sue dimissioni definitive.
Lo ha comunicato il partito, annullando la riunione di stamattina che avrebbe dovuto
discutere proprio della questione. Dall’opposizione si susseguono intanto aperture
al dialogo all’indirizzo di Fini. Il segretario del Pd, Pierluigi Bersani, ha rilanciato
il "patto repubblicano" in vista delle riforme costituzionali. Sulla stessa linea
anche Massimo D’Alema.
Tribunale Penale Internazionale Il Tribunale
penale dell’Aja, che indaga sui crimini commessi durante la guerra degli anni Novanta
l’ex Jugoslavia, ha confermato che proseguono a ritmo serrato le ricerche degli ultimi
due serbi ritenuti coinvolti a vario titolo nei massacri. Si tratta dell’ex generale,
Ratko Mladic, il capo militare dei serbi di Bosnia, implicato in particolare nella
strage di Srebrenica, e di Goran Hadzic, il leader politico dei serbi di Croazia.
La Corte ha fatto sapere che le indagini non si sono mai fermate e che il tutto si
svolge nel massimo riserbo per non comprometterne l’esito. (Panoramica internazionale
a cura di Eugenio Bonanata)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 119 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.