La Grecia: aiuti urgenti prima che sia troppo tardi. Berlino verso il sì
Ambienti economico-finanziari sotto shock, dopo che ieri l’agenzia finanziaria Standard
& Poor's ha declassato l’economia di Atene e ha tagliato il rating della Grecia, cioè
il giudizio sull’affidabilità, a un livello bassissimo che attribuisce valore di "spazzatura"
ai suoi titoli. Analoga decisione per il Portogallo. Previsto per il 10 maggio il
vertice straordinario europeo sul varo degli aiuti ad Atene. Effetti negativi sulle
borse e sull’euro. La Grecia chiede un intervento rapidissimo perché non sia troppo
tardi: la Germania sembra indirizzata verso il sì ad un aiuto straordinario. Il servizio
di Giancarlo La Vella:
La debolezza
dell’economia greca anche stamani trascina al ribasso, chi più chi meno, le principali
piazze europee. Conseguenze anche per l’Euro tornato ai livelli di cambio di 12 mesi
fa. Il pronunciamento di Standard & Poor's, l’agenzia che realizza ricerche
finanziarie e analisi su titoli azionari e obbligazioni, sta lasciando il segno.
Secondo gli analisti, ci vorranno 70 miliardi di euro, e non 45 come
previsto, per evitare alla Grecia la bancarotta ed attenuare le possibili ripercussioni
sul resto d'Europa. Tra le ultime dichiarazioni dei vertici finanziari mondiali, quella
del direttore generale del Fondo Monetario Internazionale, Strauss-Kahn, che ribadisce
l'intenzione dell’organismo di aiutare la Grecia. Ma il risanamento dei conti pubblici
di Atene – ha detto in un’intervista – sarà doloroso e difficile. La Banca Centrale
Europea esorta i governi dell’Euro ad aumentare gli sforzi per prevenire una totale
crisi del debito. Il presidente dell’Unione, Herman van Rompuy, sottolinea che le
trattative sul piano degli aiuti stanno continuando. Intanto stamani il ministro delle
finanze ellenico, Papaconstantinou, ha assicurato che, malgrado la tempesta finanziaria,
le banche greche non hanno problemi di liquidità e i depositi dei clienti sono pienamente
garantiti dallo Stato. Intanto, il rendimento delle obbligazioni greche a due anni
sfiora il 20%. Ma quali gli effetti del declassamento della Grecia? Eugenio
Bonanata lo ha chiesto ad Adriana Cerretelli, del
Sole 24 Ore, raggiunta telefonicamente a Bruxelles:
R. - Sono scenari
come minimo preoccupanti. Se oggi ci si può interrogare sulla tenuta dell’intero progetto
europeo non a caso ieri il declassamento della Grecia è stato seguito da quello del
Portogallo, sia pure non nelle stesse dimensioni, nella stessa gravità. Sono dei segnali
di manovre in atto sui mercati che evidentemente tentano di dare uno scrollone serio
all’euro. D. – Concentriamoci sui risparmiatori. Che cosa rischiano
in questo momento? R. – Chi avesse comprato dei titoli greci
certamente non può stare molto tranquillo. Al tempo stesso l’euro, che è sempre stata
una moneta solida in questi dieci anni, il suo indebolimento certamente può colpire
le nostre tasche. Comunque al di là di tutto quello che sta succedendo, è veramente
una tragedia europea e non greca, nel senso che paradossalmente, l’aver fissato la
data del 10 di maggio per il vertice europeo che potrebbe varare il piano di aiuti
è una provocazione per i mercati. Quindi ci si chiede come arriveremo al 10 di maggio
con questi chiari di luna. D. – Il 10 di maggio potrà servire
a ricompattare comunque le divergenze in seno all’Unione europea? R.
– Potrebbe, ma dipende in che stato arriveremo al 10 di maggio, perché se andiamo
avanti così, io vedo veramente una situazione super allarmante. Non penso che la Grecia
possa resistere ancora 12 giorni con i mercati che l’attaccano in questo modo. Penso
che ci vorrebbe un prestito ponte, una misura tampone, per cercare di frenare i mercati
e la speculazione. In 12 giorni secondo me la Grecia è assolutamente in fallimento;
non può sostenere neanche l’euro, perché naturalmente adesso c’è anche il Portogallo
che è nel mirino. Poi arriveranno l’Irlanda, poi arriverà la Spagna e l’Europa non
può permettersi di puntellare tutti questi Paesi insieme. Secondo me la Grecia ha
delle pesantissime responsabilità, però a questo governo non si può imputare cattiva
volontà. Ha fatto quello che gli è stato chiesto e naturalmente una devastazione dei
conti pubblici, come quella che ha ereditato non si può raddrizzare nello spazio di
tre mesi. Quello che io trovo per certi versi anche irresponsabile è l’atteggiamento
della Germania, nel senso che è assolutamente sacrosanto che la Germania pretenda
il rigore più assoluto, ma tenere in ostaggio l’euro da qui al nove maggio, perché
ci sono le elezioni nel Renania-Nord Westfalia, io trovo che questo sta facendo pagare
all’euro e all’Europa un prezzo veramente troppo alto.