Appello dei vescovi statunitensi per il disarmo nucleare
Dopo l’accordo sulla riduzione delle armi nucleari, firmato dal presidente statunitense,
Barack Obama, e dal capo di Stato russo, Dmitrij Medvedev, “servono ulteriori progressi”
per liberare il mondo da questa “minaccia sproporzionata alla vita umana”. E’ quanto
ha affermato l’arcivescovo di Baltimore, mons. Edwuin Frederick O’Brien, rinnovando
lunedì scorso l’appello dei presuli statunitensi ai senatori in occasione di un seminario
di politica internazionale presso la Catholic University of America. Il presule, che
ha lodato la volontà espressa dai presidenti di Stati Uniti e Russia di voler ridurre
progressivamente la dipendenza dei due Paesi dalle armi nucleari, ha anche auspicato
una celere ratifica dell’intesa al di là delle differenziazioni politiche. “Gli occhi
- ha aggiunto mons. O'Brien - devono essere mantenuti puntati verso l’orizzonte di
un mondo libero dalle armi nucleari”. L’arcivescovo di Baltimore ha poi spiegato che
l’episcopato degli Stati Uniti ha ulteriormente sviluppato la pastorale in materia,
pubblicando due lettere: "The Challenge of Peace" e "The Harvest of Justice is Sown
in Peace", nella quale si evidenzia “che l'eventuale eliminazione degli arsenali nucleari
costituisce più di un'idea morale e dovrebbe diventare un obiettivo politico”. La
deterrenza nucleare - ha osservato mons. O'Brien le cui parole sono state riprese
dall'Osservatore Romano – è troppo “precaria e pericolosa per costituire una base
per la pace”. “La deterrenza – ha fatto notare il presule - non può contribuire a
costruire una pace vera”. Una pace vera e duratura - ha concluso – “può essere costruita
soltanto sulle fondamenta della giustizia e della tutela dei diritti umani, e sulla
mutua solidarietà. Questo è il tipo di pace di cui ha bisogno il mondo”. In una lettera
del presidente della Conferenza episcopale statunitense, l’arcivescovo di Chicago,
cardinale Francis Eugene George, si sottolinea inoltre che “per decenni la Santa
Sede e i vescovi americani hanno lavorato per un mondo privo di arsenali nucleari”.
L’episcopato esprime la consapevolezza “che la strada che conduce a un mondo libero
dalle armi atomiche sarà lunga e piena di difficoltà”. L’auspicio è che attraverso
passi significativi, come la firma del trattato, il mondo sia condotto “verso un punto
di destinazione, al di là della dissuasione, libero dalla minaccia nucleare”. (A.L.)