Algeria: la missione della Chiesa nel Paese è di essere presenza d'amore
“La nostra Chiesa è allo stesso tempo segno e serva della benevolenza di Dio per il
nostro popolo d’Algeria. La sua grazia è vivere una presenza d’Amore per tutto il
suo popolo”: è quanto scrive nell’editoriale del secondo numero di “Pax et concordia.
Rivista della Chiesa cattolica d’Algeria” il vescovo di Costantina-Ippona mons. Paul
Desfarges. Commentando il detto di Sant’Agostino - vescovo di Ippona fra il IV e V
secolo – “Vita nostra dilectio est” (Per noi, vivere è amare), il presule osserva
nel trimestrale che le parole del padre della Chiesa parlano ancora oggi al cuore
di ciascuno, poiché dicono l’aspirazione profonda di ogni persona. Ricordando poi
gli anni difficili dell’Algeria di qualche decennio fa, mons. Desfarges afferma che
la Chiesa, fedele alla sua vocazione d’essere nel Paese presenza d’amore, ha vissuto
in una comunione profonda la sofferenza del popolo algerino. “La stessa fedeltà –
scrive il presule – è da vivere oggi nel delicato periodo che la nostra Chiesa attraversa”.
“La nostra Chiesa non sarebbe Chiesa se si ripiegasse su se stessa, e se si occupasse
dei suoi affari religiosi – prosegue mons. Desfarges –. Certo, la Chiesa ha cura di
nutrire la vitalità spirituale dei suoi membri ma essa è serva dell’Amore divino e
di tutta l’umanità”. Per questo, riferendosi al Colloquio sulla libertà religiosa
e di culto che si è tenuto a febbraio ad Algeri per iniziativa del ministero degli
Affari Religiosi, il presule ha voluto sottolineare con quale animo vi hanno preso
parte i rappresentanti della Chiesa cattolica. “Il colloquio – racconta mons. Desfarges
– attraverso il suo clima cordiale, ha permesso parole vere”. Musulmani e cristiani
hanno detto la loro, e i cattolici hanno potuto parlare degli ostacoli alla libertà
religiosa che oggi sussistono. Il vescovo di Costantina-Ippona rimarca inoltre nel
suo editoriale che la Chiesa in Algeria cerca la fraternità e l’amicizia con tutti,
sforzandosi di vivere il Vangelo nella forma della lavanda dei piedi, attenta ed accogliente
ai nuovi discepoli scelti da Cristo e che lo Spirito conduce ad essa. “La nostra Chiesa
non ha alcuna strategia di reclutamento – scrive ancora mons Desfarges – non serve
alcun interesse straniero. In ogni popolo la Chiesa è nel, con e per il popolo”. (T.C.)