Lettera del cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa sulla situazione della Chiesa
in Cile
“In Cile la notizia degli abusi ha scioccato la comunità ecclesiale e civile. Vi scrivo
per conoscere la vostra opinione e le azioni della nostra arcidiocesi a riguardo di
eventi di tale natura che vanno valutati con chiarezza, senza manipolazioni e giudicati
nella giustizia e nella carità. È più che mai urgente e doveroso verificare a fondo
i fatti segnalati prima di formulare gravissime accuse. Fino a prova contraria si
tratta di salvaguardare un diritto inoppugnabile dell'imputato: la presunzione di
innocenza”. Lo sottolinea il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo
di Santiago de Chile nella lettera, dal titolo “Nella preghiera, la giustizia e la
carità” inviata ai presuli, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai laici
della Chiesa cilena. Il porporato – rende noto l’Osservatore Romano - ricorda la recente
dichiarazione della Conferenza episcopale, rilasciata al termine della novantanovesima
assemblea plenaria: “I vescovi hanno meditato in questi giorni sul modo in cui, come
pastori e come Chiesa siano stati affrontati i casi di abusi segnalati nel nostro
Paese. Nell'incontro ci siamo interrogati sulla sollecitudine nell'applicazione delle
norme canoniche e dei provvedimenti conseguenti nei confronti di chi si macchia di
quei delitti”. L'arcivescovo, rivolgendo paterna vicinanza e rispetto per le vittime
di violenze, è chiaro nel sottolineare che la pubblicità mediatica, non di rado enfatica,
su questa realtà sta “causando profonde ferite e affievolendo il rispetto, l'amore
e sostegno ai sacerdoti e alla Chiesa”. “Le passioni, la confusione e la diffidenza
— sottolinea il cardinale — sono terreno fertile per il principe della disunione,
dell'odio e della menzogna. Anche in questo momento difficile, occorre conservare
la serenità, la pace e il discernimento interiore”. Il porporato ricorda infine con
gratitudine la lettera di Benedetto XVI alla Chiesa d'Irlanda e le sue paterne e commosse
manifestazioni di vicinanza alle vittime. (A.L.)