2010-04-27 14:44:43

Lettera del cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa sulla situazione della Chiesa in Cile


“In Cile la notizia degli abusi ha scioccato la comunità ecclesiale e civile. Vi scrivo per conoscere la vostra opinione e le azioni della nostra arcidiocesi a riguardo di eventi di tale natura che vanno valutati con chiarezza, senza manipolazioni e giudicati nella giustizia e nella carità. È più che mai urgente e doveroso verificare a fondo i fatti segnalati prima di formulare gravissime accuse. Fino a prova contraria si tratta di salvaguardare un diritto inoppugnabile dell'imputato: la presunzione di innocenza”. Lo sottolinea il cardinale Francisco Javier Errázuriz Ossa, arcivescovo di Santiago de Chile nella lettera, dal titolo “Nella preghiera, la giustizia e la carità” inviata ai presuli, ai sacerdoti, ai religiosi, alle religiose e ai laici della Chiesa cilena. Il porporato – rende noto l’Osservatore Romano - ricorda la recente dichiarazione della Conferenza episcopale, rilasciata al termine della novantanovesima assemblea plenaria: “I vescovi hanno meditato in questi giorni sul modo in cui, come pastori e come Chiesa siano stati affrontati i casi di abusi segnalati nel nostro Paese. Nell'incontro ci siamo interrogati sulla sollecitudine nell'applicazione delle norme canoniche e dei provvedimenti conseguenti nei confronti di chi si macchia di quei delitti”. L'arcivescovo, rivolgendo paterna vicinanza e rispetto per le vittime di violenze, è chiaro nel sottolineare che la pubblicità mediatica, non di rado enfatica, su questa realtà sta “causando profonde ferite e affievolendo il rispetto, l'amore e sostegno ai sacerdoti e alla Chiesa”. “Le passioni, la confusione e la diffidenza — sottolinea il cardinale — sono terreno fertile per il principe della disunione, dell'odio e della menzogna. Anche in questo momento difficile, occorre conservare la serenità, la pace e il discernimento interiore”. Il porporato ricorda infine con gratitudine la lettera di Benedetto XVI alla Chiesa d'Irlanda e le sue paterne e commosse manifestazioni di vicinanza alle vittime. (A.L.)







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