Belgio, re Alberto accetta le dimissioni di Leterme: alle urne entro giugno
Si respira ancora aria di tensione in Belgio, dopo le dimissioni del primo ministro
Leterme, accettate dallo stesso re Alberto II. Vane le speranze di una mediazione
tra la parte francofona e quella fiamminga. I dettagli nel servizio di Carla Ferraro:
Inutili sono
stati i tentativi proposti nel fine settimana per cercare una ricomposizione con un
accordo da presentare alla Camera entro giovedì prossimo. Il re Alberto II non ha
potuto far altro che accettare le dimissioni del governo guidato dal cristiano-democratico,
Guy Leterme. Il Belgio potrebbe tornare alle urne entro giugno, un mese prima dell'inizio
della presidenza di turno dell'Unione Europea. Ad avvelenare la vita del governo federale
belga, con un contrasto cominciato subito dopo le ultime elezioni del 10 giugno di
tre anni fa, è il futuro di una circoscrizione elettorale alla periferia di Bruxelles,
quella di Bruxelles-Hal-Vilvorde, già in territorio fiammingo ma a forte presenza
di francofoni. I fiamminghi, che sono la maggioranza in Belgio, puntano ad una scissione,
limitando le concessioni ai francofoni soprattutto per impedire loro di avere la possibilità
di votare in quella circoscrizione per formazioni politiche fiamminghe e francofone.
In Belgio, i partiti sono regionali e nel governo convivono formazioni sia della regione
Vallonia di lingua francese sia delle Fiandre di lingua fiamminga. A provocare la
caduta del governo, questa volta, è stato il fatto che i liberali fiamminghi (Open
Vld), il 22 aprile scorso hanno lasciato l'esecutivo e hanno imposto un voto alla
Camera sul futuro della circoscrizione entro il prossimo giovedì. Il Belgio si ritrova
per l'ennesima volta nel caos di una crisi politica e senza guida: una situazione
aggravata dalla crisi economica che ha colpito anche le grandi e ricche fabbriche
delle Fiandre.