2010-04-25 14:38:10

Comunicare il Vangelo in un mondo digitale: intervista con mons. Claudio Giuliodori


Si è concluso ieri mattina, con l’udienza dal Papa nell'Aula Paolo VI in Vaticano, il Convegno “Testimoni digitali. Volti e linguaggi nell’era cross mediale”, che ha visto circa 1300 partecipanti - tra i quali numerosi esperti - confrontarsi con il mondo del web in rapporto alla comunicazione del Vangelo e alla promozione dei valori cristiani. Luca Collodi ha fatto il punto sul Convegno con mons. Claudio Giuliodori, presidente della Commissione episcopale per la Cultura e le Comunicazioni Sociali dei vescovi italiani:RealAudioMP3

R. – Ci siamo soffermati proprio su “comunicare il Vangelo in un mondo che cambia”. Questo ad indicare come per la Chiesa italiana sia ormai inseparabile l’impegno per questo nuovo mondo, la forma digitale. La Chiesa, che si pone sempre di fronte all’uomo per accompagnarlo nell’ambiente dove abita all’incontro con il Signore, non può svolgere la sua missione al di fuori di questo contesto.

 
D. – Come è presente la Chiesa in questo mondo?

 
R. – Cambia proprio la tipologia di relazione: mentre in passato i media erano, ritengo, unidirezionali – c’erano cioè i grandi network, le fonti che poi irradiavano la comunicazione e l’informazione alla massa – oggi i nuovi media stanno praticamente rovesciando la prospettiva, rendendo possibile la partecipazione di tutti, perché tutti sono fruitori e, nello stesso tempo, anche fornitori di contenuti e di messaggi. Quindi, i nostri mezzi di comunicazione si stanno evolvendo all’interno della rete: i settimanali aprano i siti, le radio parlano attraverso la rete; si costituiscono i siti diocesani; c’è un pullulare di iniziative che riformulano anche i media tradizionali. E penso al teatro, penso alle sale della comunità che stanno entrando a pieno titolo in questo circuito digitale.

 
D. – Mons. Giuliodori, lei ritiene che Internet sia un luogo anche di formazione?

 
R. – Certamente. E’ un po’ un nuovo territorio enciclopedico, dove è possibile trovare tutto ed offre un accesso alle fonti. Dall’altra parte, però, la rete è anche realtà un po’ incontrollata e, quindi, troviamo anche fenomeni e forme di comunicazione che possono essere pericolose, rischiose.

 
D. – Possono servire delle regole per entrare e stare nella rete?

 
R. – La Chiesa italiana ha espresso in modo chiaro la sua posizione. Sono necessarie regole che salvaguardino i diritti, la libertà di accesso, ma anche la necessaria pulizia per tutta la pornografia ed i siti che inneggiano alla violenza, la strumentalizzazione e l’uso improprio fatto, a volte, dal terrorismo. In questo senso, è necessario regolamentare e la regola non è mai un penalizzare la libertà, ma è garantire la libertà. Questa è cultura: cultura della legalità, cultura della convivenza civile, cultura di una costruzione armonica del bene comune.







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