La Chiesa non si schiera nel terribile conflitto sociale che da giorni affligge la
Thailandia, ma continua a pregare per la pace. Così racconta all’agenzia Fides padre
Surasit Chumsriphan, parroco della Cattedrale dell’Assunzione a Bangkok, dopo la giornata
di ieri, segnata da scontri tra le barriere innalzate nelle strade della capitale
e da lanci di granate, per un bilancio complessivo di 3 morti e 75 feriti. “Stiamo
vivendo questa situazione con molta preoccupazione – ha detto il prete che, grazie
al contatto quotidiano con la popolazione cattolica e non, ha un punto di vista privilegiato
– la nostra speranza è che si possa trovare un accordo di pace. Il dialogo tra le
parti è l’unica strada percorribile: non bisogna abbandonarlo per dare voce alle armi,
ma occorre rimettere al centro della discussione il bene comune del Paese”. Da qui
anche la richiesta di non coinvolgere la Chiesa nello scontro politico e di ritrovare
un clima di serenità. Nella giornata di ieri si è svolta un’assemblea pastorale a
Bangkok, cui hanno partecipato numerosi vescovi ed esponenti della Chiesa cattolica
che hanno ribadito l’appello alla riconciliazione nazionale, come sintetizza l’arcivescovo
di Thare e Nonseng e presidente della Conferenza episcopale locale, mons. Chammiern
Santisukniran: “I principali nemici sono l’odio e l’ira”, ha detto invitando tutti
al perdono e sottolineando che il negoziato e la preghiera sono essenziali per la
risoluzione della crisi politica e sociale. (R.B.)