2010-04-23 15:19:26

Missionari in Congo: la crisi del Paese legata al controllo delle risorse naturali


La Repubblica Democratica del Congo (Rdc), che a giugno festeggerà i 50 anni di indipendenza, è sempre più al centro dei giochi strategici delle maggiori potenze mondiali e dei Paesi vicini, interessati a controllare le sue immense risorse naturali, servendosi di gruppi armati locali. Occorre partire da questa prospettiva per comprendere le ragioni della continua instabilità di questo immenso Paese che per la posizione nel cuore dell’Africa, è stato definito “la placca girevole dell'Africa”: chi controlla la Rdc, avrà il controllo su tutta l'Africa. La “Rete Pace per il Congo”, promossa dai missionari che operano nel Paese, ha inviato all'agenzia Fides un’analisi, basata sugli ultimi rapporti presentati da alcune organizzazioni internazionali per la difesa dei diritti umani (Global Witness e Human Right Watch) dedicati rispettivamente alla situazione nel Kivu (nord-est della Rdc) e nella Provincia Orientale. Nel Kivu, Global Witness rileva che, contrariamente alla versione ufficiale, l’operazione militare Kimya II contro gli Hutu rwandesi delle Forze Democratiche di Liberazione del Rwanda (Fdlr) ha permesso al Congresso Nazionale per la Difesa del Popolo, il movimento politico militare fondato da Laurent Nkunda, di procurarsi o di consolidare il suo accesso alle miniere abbandonate dalle Fdlr. Il controllo delle miniere è stato trasferito, per così dire, da un gruppo armato ad un altro e, in tal modo, il commercio illegale delle risorse minerarie del Kivu continua sotto gli occhi di tutti, a scapito della popolazione locale che non ne ottiene alcun beneficio. Human Right Watch evidenzia il massacro di oltre 300 civili congolesi compiuto nel mese di dicembre dai ribelli ugandesi dell’Esercito di Resistenza del Signore (Lra), quando le autorità militari non facevano che ripetere che l’Lra era stato sconfitto. Se fosse stato così, le LRA non avrebbero potuto compiere un massacro di tali dimensioni. Si sta facendo strada l’ipotesi che esista, al di là delle dichiarazioni ufficiali, un’alleanza tra il presidente dell’Uganda, Joweri Museveni, e il capo ribelle Joseph Kony, per l’occupazione della Provincia Orientale ricca di oro e petrolio. Un’ipotesi, questa, tutta da dimostrare, ma è pur vero che l’Lra è un gruppo alquanto misterioso, ed è attivo, nonostante la caccia di cui è stato fatto oggetto, dalla metà degli anni ’80 del secolo scorso. L’analisi della “Rete Pace per il Congo” affronta, infine, l’attacco del giorno di Pasqua alla città di Mbandaka. Questo fatto, secondo la Rete “ha dimostrato che i disordini registrati nella provincia dell’Equatore da ottobre 2009 non derivano da una semplice diatriba tribale per il controllo di alcuni stagni riservati alla pesca, ma rivelano invece un profondo malessere nei confronti delle istituzioni politiche, provinciali e nazionali, sfociato in una insurrezione condotta da militari ben esperti ed equipaggiati provenienti dai ranghi della Guardia presidenziale dell’ex dittatore Mobutu, con l’implicazione di personalità politiche provinciali e nazionali e della diaspora congolese residente all’estero, particolarmente in Europa”. (R.P.)







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