Canada: terza bocciatura per la legge sull’eutanasia
Bocciata per la terza volta in Canada la proposta di legge C-384 sull’eutanasia, con
una maggioranza che la stampa locale ha definito “schiacciante”: 228 no contro appena
59 sì. Secondo quanto riportato dal quotidiano Avvenire, il testo sostenuto dal deputato
Francine Lalonde del Bloc Quebecois autorizzava la “dolce morte” e il suicidio assistito,
in pratica depenalizzava l’accusa di omicidio per i medici che avessero praticato
l’eutanasia a un paziente. Quest’ultimo, per essere autorizzato, doveva inoltrare
due richieste scritte, anche solo nell’arco di 10 giorni. I requisiti indispensabili
per inoltrare la richiesta: avere almeno 18 anni e soffrire di malattia terminale
o di dolore fisico o psicologico. Proprio su quest’ultimo requisito si sono accaniti
i fautori della posizione pro-life, definendolo troppo generico, con possibilità di
originare abusi di vario genere. I maggiori partiti, liberali e conservatori, avevano
lasciato libertà di voto, ma poi il deputato di Ndp, Joe Comartin, ha annunciato la
creazione di un comitato parlamentare apartitico dedicato alla prassi medica di lenimento
del dolore, pratica assai scarsa negli ospedali canadesi, come già aveva denunciato
nei giorni scorsi la Conferenza episcopale canadese. I vescovi nel loro documento
affermavano che solo il 15% dei cittadini in Canada può usufruire delle cure palliative
e solo il 3% dei bambini. Saranno probabilmente questi, dunque, gli indirizzi verso
i quali si muoveranno i prossimi passi in materia di proposte legislative: il miglioramento
delle strutture di hospice e le pratiche palliative, dei servizi per i disabili, l’istituzione
di un’efficace strategia nazionale contro i suicidi e la promozione di programmi che
scoraggino gli abusi sanitari a danno degli anziani. (R.B.)