Il Papa all’ambasciatore di Macedonia: mantenere vivi i valori della famiglia, della
vita e della fede
“Occorre mantenere vivi e saldi, a livello personale e comunitario, quei principi
che stanno alla base anche della civiltà di codesto Popolo: l’attaccamento alla famiglia,
la difesa della vita umana, la promozione delle esigenze religiose specialmente dei
giovani”: è quanto ha detto il Papa stamani in occasione della presentazione delle
Lettere Credenziali del nuovo ambasciatore dell'ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia,
Gioko Gjorgjevski. Il Papa hai quindi affermato: “Auspico che in un contesto globale
di relativismo morale e di scarso interesse per l’esperienza religiosa, nel quale
si muove spesso una parte della società europea, i cittadini del nobile Popolo che
Ella rappresenta sappiano operare un saggio discernimento nell’aprirsi ai nuovi orizzonti
di autentica civiltà e di vero umanesimo”. Ecco il testo del discorso di Benedetto
XVI: Signor Ambasciatore! Sono lieto di accogliere Vostra
Eccellenza per la presentazione delle Lettere Credenziali quale Ambasciatore Straordinario
e Plenipotenziario della Ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia presso la Santa Sede.
Le sono grato per le cordiali espressioni che ha voluto rivolgermi, anche a nome delle
Autorità e della nobile Nazione che Ella rappresenta. Le chiedo di far loro pervenire
l’espressione della mia stima e della mia benevolenza, unite all’assicurazione della
mia preghiera per la concordia e lo sviluppo armonico dell’intero Paese. RicevendoLa,
il mio pensiero va all’incontro annuale tra il Successore di Pietro e un’autorevole
delegazione ufficiale del Suo Paese, che si tiene in occasione della festa dei santi
Cirillo e Metodio, venerate guide spirituali dei popoli slavi e compatroni d’Europa.
Questo appuntamento, diventato una piacevole consuetudine, attesta le buone relazioni
che esistono tra la Santa Sede e la Ex-Repubblica Jugoslava di Macedonia. Si tratta
di relazioni bilaterali, sviluppatesi, soprattutto negli ultimi anni, in modo positivo,
e caratterizzate da cordiale cooperazione. A tale proposito, desidero manifestare
il mio compiacimento per il mutuo impegno profuso nella recente costruzione di nuovi
edifici di culto cattolici in diversi luoghi del Paese. Come Ella
ha sottolineato, nel Popolo macedone sono ben visibili i segni dei valori umani e
cristiani, incarnati nella vita della gente, che costituiscono l’apprezzato patrimonio
spirituale e culturale della Nazione, di cui sono altresì eloquente testimonianza
gli stupendi monumenti religiosi, sorti in diverse epoche e località, segnatamente
nella città di Ohrid. A questa preziosa eredità, la Santa Sede guarda con grande stima
e considerazione, favorendone, per quanto di sua competenza, l’approfondimento storico-documentario,
per una maggiore conoscenza del passato religioso e culturale. Attingendo a tale patrimonio,
i cittadini del Suo Paese continueranno a costruire anche in futuro la propria storia
e, forti della loro identità spirituale, potranno apportare al consorzio dei popoli
europei il contributo della loro esperienza. Per questo, auspico vivamente che vadano
a buon fine le aspirazioni e i crescenti sforzi di codesto Paese per far parte dell’Europa
unita, in una condizione di accettazione dei relativi diritti e doveri e nel reciproco
rispetto di istanze collettive e di valori tradizionali dei singoli popoli. Signor
Ambasciatore, nelle parole da Lei pronunciate sull’impegno del Popolo macedone a favorire
sempre più il dialogo e la convivenza tra le varie realtà etniche e religiose che
costituiscono il Paese, ho colto quell’universale aspirazione alla giustizia e alla
coesione interna che da sempre lo anima e che può diventare un esempio per altri nella
regione dei Balcani. In effetti, i ponti di interscambio di più ampie intese e strette
relazioni religiose tra le diverse componenti della società macedone hanno favorito
la creazione di un clima in cui le persone si riconoscono fratelli, figli dello stesso
Dio e cittadini dell’unico Paese. E’ certo compito in primo luogo dei responsabili
delle Istituzioni individuare modalità per tradurre in iniziative politiche le aspirazioni
degli uomini e delle donne al dialogo e alla pace. I credenti, tuttavia, sanno che
la pace non è solo frutto di pianificazioni e di attività umane, ma anzitutto dono
di Dio agli uomini di buona volontà. Di questa pace, poi, la giustizia e il perdono
rappresentano pilastri basilari. La giustizia assicura un pieno rispetto dei diritti
e dei doveri, e il perdono guarisce e ricostruisce dalle fondamenta i rapporti tra
le persone, che ancora risentono delle conseguenze degli scontri tra le ideologie
del recente passato. Superata la tragica stagione dell’ultima guerra
mondiale, dopo la triste esperienza di un totalitarismo negatore dei diritti fondamentali
della persona umana, il Popolo macedone è incamminato verso un armonico progresso,
dando prova di pazienza, disponibilità al sacrificio e perseverante ottimismo, tenacemente
proteso alla creazione di un avvenire migliore per tutti i suoi abitanti. Uno stabile
sviluppo sociale ed economico non può non tener conto delle esigenze culturali, sociali
e spirituali della gente, come pure deve valorizzare le tradizioni e le risorse popolari
più nobili. E ciò nella consapevolezza che il crescente fenomeno della globalizzazione,
comportante, da una parte, un certo livellamento delle diversità sociali ed economiche,
potrebbe, dall’altra, aggravare lo squilibrio tra quanti traggono vantaggio dalle
sempre maggiori possibilità di produrre ricchezza e quanti invece sono lasciati ai
margini del progresso. Signor Ambasciatore, il suo Paese vanta una
lunga e luminosa tradizione cristiana risalente ai tempi apostolici. Auspico che in
un contesto globale di relativismo morale e di scarso interesse per l’esperienza religiosa,
nel quale si muove spesso una parte della società europea, i cittadini del nobile
Popolo che Ella rappresenta sappiano operare un saggio discernimento nell’aprirsi
ai nuovi orizzonti di autentica civiltà e di vero umanesimo. Per fare questo, occorre
mantenere vivi e saldi, a livello personale e comunitario, quei principi che stanno
alla base anche della civiltà di codesto Popolo: l’attaccamento alla famiglia, la
difesa della vita umana, la promozione delle esigenze religiose specialmente dei giovani.
La Chiesa Cattolica nella Sua Nazione, anche se costituisce una minoranza, desidera
offrire il suo sincero contributo nella costruzione di una società più giusta e solidale,
basata sui valori cristiani che hanno fecondato le coscienze dei suoi abitanti. Sono
certo che la comunità cattolica, nella consapevolezza che la carità nella verità “è
la principale forza propulsiva per il vero sviluppo di ogni persona e dell’umanità
intera” (Caritas in veritate, n. 1) proseguirà
la sua missione caritativa, specialmente in favore dei poveri e dei sofferenti, così
apprezzata nel Suo Paese. Eccellenza, sono certo che anche Ella,
nell’adempimento dell’alto compito affidatoLe, contribuirà ad intensificare le già
buone relazioni esistenti tra la Santa Sede e la Nazione macedone, e Le assicuro che
potrà contare, a tal fine, sulla piena disponibilità di tutti i miei collaboratori
della Curia romana. Con questi fervidi voti, invoco su di Lei, Signor Ambasciatore,
sulla Sua famiglia, sui Governanti e su tutti gli abitanti della Nazione che Ella
rappresenta, un’abbondanza di Benedizione divina.