I gesuiti a sostegno del Trattato per la messa al bando delle bombe a grappolo
Il “Jesuit Refugee Service” (Jrs), il servizio di accoglienza e assistenza ai rifugiati
della Compagnia di Gesù, ha lanciato una vasta mobilitazione internazionale a sostegno
del Trattato per la messa al bando delle bombe a grappolo. La Convenzione, siglata
a Dublino nel 2008, entrerà in vigore il 1 agosto prossimo e ad oggi solo 30 dei 106
Stati firmatari l’hanno ratificata. Le cluster bombs sono bombe che contengono
fino a migliaia di submunizioni che, all'esplosione dell'ordigno principale vengono
scagliate a distanza e si sparpagliano sul terreno, causando vittime soprattutto tra
le popolazioni civili. Il trattato - lo ricordiamo – vieta l’uso, la produzione e
la cessione di queste armi di distruzione di massa, fissa rigidi termini per la distruzione
degli stock esistenti, prevede la bonifica dei terreni contaminati e obbliga gli Stati
a sostenere i sopravvissuti e le comunità colpite. Il Jrs, che è stato uno dei più
attivi sostenitori della messa al bando delle cluster bombs, ha deciso di lanciare
una vasta campagna per ottenere un maggiore numero di adesioni al Trattato entro il
1 agosto, ma anche per richiamare l’attenzione dell’opinione pubblica su questo storico
evento. Per questo – riferisce l’agenzia Ucan - invita a partecipare domani ai festeggiamenti
per l’inizio del conto alla rovescia dei 100 giorni dall’entrata in vigore della nuova
legge internazionale. Anche la sezione dell’Asia Pacifico della Ong gesuita sta diffondendo
vario materiale informativo. In Asia - ricorda in un messaggio per l’occasione il
responsabile regionale padre Bernard Hyacinth Arphuthasamy - i Paesi più colpiti dalle
cluster bombs sono la Cambogia, il Laos e il Vietnam. Secondo i dati del Pentagono,
tra gli anni ‘60 e ’70 gli Stati Uniti hanno sganciato sui tre Paesi 285 milioni di
bombe a grappolo. Nella regione dell’Asia Pacifico solo il Giappone e il Laos hanno
sinora ratificato il Trattato firmato a Dublino. (L.Z.)