2010-04-22 16:21:27

Francia: l’Abbazia di Cluny celebra i 1100 anni di fondazione


Sono due i grandi eventi che l’Abbazia di Cluny, in Francia, ha organizzato per commemorare i 1100 anni di fondazione: una celebrazione liturgica che si terrà il 30 aprile, in memoria di Sant’Ugo di Semur, per oltre 60 anni Priore dell’Abbazia, e una conferenza sul monachesimo, che avrà luogo il 13 giugno. Previsti, inoltre, altri momenti di riflessione spirituale in tutte le parrocchie della diocesi. “Cluny – afferma mons. Benoît Rivière, vescovo di Autun, Chalon e Mâcon – irradia la sua fede attraverso ciò che Benedetto XVI ha detto al Collegio dei Bernardini a Parigi, durante il suo viaggio apostolico del settembre 2008, ovvero che “in base alla storia degli effetti del monachesimo possiamo dire che, nel grande sconvolgimento culturale prodotto dalla migrazione di popoli e dai nuovi ordini statali che stavano formandosi, i monasteri erano i luoghi in cui sopravvivevano i tesori della vecchia cultura e dove, in riferimento ad essi, veniva formata passo passo una nuova cultura”. “L’eredità di Cluny – continua il presule – oltrepassa i confini dell’Abbazia stessa perché Cluny fu la culla dell’evangelizzazione di tutta l’Europa. Questo luogo donò alla Chiesa numerosi Papi, ebbe un ruolo considerevole nel momento storico dell’epoca, portò a compimento un colossale lavoro liturgico e, soprattutto, fece un enorme sforzo di solidarietà nei confronti dei più poveri”. Ma, sottolinea ancora mons. Rivière, “al di là di questa memoria storica, lo spirito di Cluny, attraverso la vitalità del monachesimo benedettino occidentale, perdura ancora in tutta Europa, nella fedeltà al legame con la Chiesa rivolta a Cristo, punto di riferimento del nostro sguardo e del nostro cuore”. “I monaci – conclude il presule – sono stati uomini di fede e di ragione, che non hanno mai contrapposto, in sé stessi e nei rapporti con gli altri, la luce dell’intelligenza e la luce dell’amore. La regola di San Benedetto resta come sintesi di saggezza cristiana quanto mai importante nel XXI secolo”. (I.P.)







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