2010-04-20 12:51:24

Padre Rupnik ricorda il cardinale Špidlík


Sulla personalità del cardinale Špidlík, Sergio Centofanti ha intervistato il padre gesuita Marko Ivan Rupnik, direttore del Centro Aletti, dove il porporato ha vissuto e lavorato per molti anni:RealAudioMP3

R. – Il cardinale Špidlík è stato il mio padre spirituale e il mio maestro di teologia. Io ho seguito per 30 anni le orme ed i consigli di padre Spidlik, e per quasi vent’anni abbiamo vissuto insieme, nella stessa casa. Per me è uno di quei maestri sapienti che solo la Divina Provvidenza può mandare sulla tua strada, come un dono immenso!
 
D. – Quale è stato il centro del suo pensiero teologico-spirituale?
 
R. – Il centro del suo pensiero è certamente la Trinità e da questo conseguono i principi della conoscenza che è l’amore, la verità che si comunica attraverso le relazioni, la comunione. A lui premeva moltissimo ribadire, come aveva spiegato nel suo ultimo libro, che è appena uscito, che la vera conoscenza teologica spirituale è quella che non solo ti fa ragionare sui concetti e sulle idee, ma che ti unisce a Dio e che con la conoscenza viene comunicato anche lo stile di vita. Io penso che per padre Špidlík la vita fosse veramente la prima realtà, la priorità. Lui diceva sempre: prima la vita – la vita della comunione, della relazione, delle persone – e da questa poi si innalza la riflessione.
 
D. – Lui ha vissuto i lavori forzati, sia sotto i comunisti che sotto i nazisti. Eppure, il suo pensiero teologico è stato improntato fortemente alla libertà e all’amore…
 
R. – Esattamente. Due cose direi al riguardo. La prima è che in tutti questi anni non ho mai notato in padre Špidlík il minimo rancore di qualsiasi genere, nemmeno verso le persone che gli avevano fatto del male. In questo senso, è stato semplicemente un esempio straordinario. Secondo, siccome il suo pensiero era improntato sulla Trinità e quindi sull’amore, lui da giovane inseguiva una intuizione, che l’amore realizzato è la bellezza e per questo non può portare la salvezza, il bene, il progresso dell’umanità, una cosa che non si esprima come bellezza, perché questo significa che ha dentro di sé qualche altra cosa che non è l’amore. In questo senso, anche il suo continuo osservare il mondo, la storia e il suo continuo commentare la storia, mi sembra un’intuizione sapienziale formidabile del discernimento proprio sul principio della bellezza. La realtà che non si presenta come amore realizzato o come la carne del vero e del bene che è la bellezza, per padre Špidlík non era convincente.
 
D. – Si è spento nell’Anno Sacerdotale: è stato un esempio per molti sacerdoti …
 
R. – Padre Špidlík aveva un flusso di persone che venivano a confessarsi da lui praticamente da tutto il mondo, e questo continuamente, fino alle ultime settimane. Tra questi, una grande parte erano sacerdoti e vescovi. Io penso che tante volte gli abbiamo sentito dire: “Bisogna fare qualcosa per i sacerdoti” oppure “Dobbiamo scrivere qualcosa che possa aiutarli ad approfondire il pensiero, a preparare le omelie“. Lui aveva sempre questo amore: come aiutare i sacerdoti affinché possano essere più preparati, più profondi …
 
D. – Padre Rupnik, un suo ricordo personale del cardinale Špidlík …
 
R. – In 30 anni, i ricordi sono migliaia e migliaia. Così, nell’immediato, mi viene in mente che con padre Špidlík abbiamo percorso in macchina più di un milione di chilometri sulle strade d’Europa. Lui cantava sempre: cantava in tutte le lingue. Siccome parlava 15, 16 lingue, allora cantava anche in tutte le lingue europee. Poi, improvvisamente si faceva serio e aprivamo un dialogo teologico spirituale profondo e nel corso di questo dialogo, molto spesso egli cercava di dare un’interpretazione spirituale di ciò che stava succedendo. Succedeva anche la mattina a colazione! Nella nostra comunità abbiamo sempre scherzato sul fatto che c’erano due partiti: quello del miele e quello della marmellata. Padre Špidlík faceva parte di quello della marmellata. E allora, mentre al mattino mangiava la marmellata, diceva sempre: “Ho sentito questa notizia. Cosa ci vuole dire Dio?”. E sempre, ogni mattina, ci dischiudeva il significato di ciò che stava accadendo nella Chiesa o nel mondo.







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