Conforto e speranza nel messaggio del cardinale Sodano per i funerali del presidente
Kaczynski e della moglie
Si sono svolte ieri a Cracovia, nella Cattedrale di Nostra Signora, le esequie del
presidente polacco Lech Kaczynski e della moglie, morti sabato 10 aprile nella tragedia
aerea di Smolensk. La messa funebre è stata officiata dall'arcivescovo della città,
cardinale Stanislaw Dziwisz, dopo che rappresentante del Papa, cardinale Angelo Sodano,
non ha potuto raggiungere la Polonia a causa della chiusura degli aeroporti per la
nube del vulcano islandese. L’omelia che aveva preparato per la celebrazione è stata
letta dal nunzio apostolicoin Polonia, mons. Józef Kowalczyk. Il servizio di Roberta
Barbi.
Un saluto
affettuoso alla comunità polacca, da oltre un millennio unita saldamente alla Chiesa
di Roma, alla quale ha fatto anche un immenso dono: il grande Pontefice che fu Giovanni
Paolo II. Così il cardinale Angelo Sodano si è rivolto alle oltre centomila persone
intervenute a Cracovia alle esequie della coppia presidenziale, che è stata poi tumulata
nel Castello reale di Wawel. La chiusura degli spazi aerei a causa della nube proveniente
dall’Islanda ha bloccato in Italia il decano del Collegio cardinalizio, ma non gli
ha impedito di esprimere al popolo della Polonia la vicinanza e la solidarietà di
Benedetto XVI in un messaggio che è stato letto dal nunzio apostolico. “Il tempo pasquale
è tempo di speranza – scrive il porporato – la Risurrezione di Cristo è garanzia di
vittoria anche per gli uomini di oggi. La luce della Risurrezione illumini anche oggi
il mistero del dolore degli uomini e dei popoli”. Insieme alla coppia presidenziale,
il porporato ha ricordato anche gli altri 94 morti nell’incidente di Smolensk e le
vittime di Katyń, che il presidente stava andando a onorare. “È un’ora triste
della storia della nazione – scrive ancora il cardinale Angelo Sodano – l’esperienza
ci dice però che sempre questo popolo generoso ha saputo ritrovare il cammino di una
migliore convivenza sociale e di una grande unità nazionale”. L’augurio del Papa è
dunque di “continuare unito nel suo cammino di concordia e di attiva collaborazione
con gli altri popoli per assicurare al mondo un’era di vera civiltà”.