2010-04-19 16:23:45

Conforto e speranza nel messaggio del cardinale Sodano per i funerali del presidente Kaczynski e della moglie


Si sono svolte ieri a Cracovia, nella Cattedrale di Nostra Signora, le esequie del presidente polacco Lech Kaczynski e della moglie, morti sabato 10 aprile nella tragedia aerea di Smolensk. La messa funebre è stata officiata dall'arcivescovo della città, cardinale Stanislaw Dziwisz, dopo che rappresentante del Papa, cardinale Angelo Sodano, non ha potuto raggiungere la Polonia a causa della chiusura degli aeroporti per la nube del vulcano islandese. L’omelia che aveva preparato per la celebrazione è stata letta dal nunzio apostolicoin Polonia, mons. Józef Kowalczyk. Il servizio di Roberta Barbi.RealAudioMP3

Un saluto affettuoso alla comunità polacca, da oltre un millennio unita saldamente alla Chiesa di Roma, alla quale ha fatto anche un immenso dono: il grande Pontefice che fu Giovanni Paolo II. Così il cardinale Angelo Sodano si è rivolto alle oltre centomila persone intervenute a Cracovia alle esequie della coppia presidenziale, che è stata poi tumulata nel Castello reale di Wawel. La chiusura degli spazi aerei a causa della nube proveniente dall’Islanda ha bloccato in Italia il decano del Collegio cardinalizio, ma non gli ha impedito di esprimere al popolo della Polonia la vicinanza e la solidarietà di Benedetto XVI in un messaggio che è stato letto dal nunzio apostolico. “Il tempo pasquale è tempo di speranza – scrive il porporato – la Risurrezione di Cristo è garanzia di vittoria anche per gli uomini di oggi. La luce della Risurrezione illumini anche oggi il mistero del dolore degli uomini e dei popoli”. Insieme alla coppia presidenziale, il porporato ha ricordato anche gli altri 94 morti nell’incidente di Smolensk e le vittime di Katyń, che il presidente stava andando a onorare. “È un’ora triste della storia della nazione – scrive ancora il cardinale Angelo Sodano – l’esperienza ci dice però che sempre questo popolo generoso ha saputo ritrovare il cammino di una migliore convivenza sociale e di una grande unità nazionale”. L’augurio del Papa è dunque di “continuare unito nel suo cammino di concordia e di attiva collaborazione con gli altri popoli per assicurare al mondo un’era di vera civiltà”.







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