Voli nel caos in Europa per la nube vulcanica proveniente dall'Islanda
Resta critica la situazione in Europa sul fronte del traffico aereo. La nube di cenere
proveniente dall’Islanda ha costretto oggi le autorità del vecchio Continente ad annullare
ben 16 mila voli. Il servizio di Eugenio Bonanata: La nube punta
a sud-est e si sta spostando verso Mediterraneo e Pirenei, dopo aver allargato il
proprio fronte investendo Nord Italia e Croazia. Secondo gli esperti, però, fare previsioni
è difficile. Troppe le variabili da tenere in considerazione. Il vulcano in Islanda
non ha ancora terminato la sua eruzione. Le ceneri resteranno nell'atmosfera per almeno
altre 24 ore. Quel che è certo è che prosegue il disagio sul fronte dei voli, in tutta
Europa. Spazio aereo interdetto in alcuni casi fino alle 20 di stasera. La Francia
poco fa ha deciso di estendere la chiusura degli scali del nord fino le 8 di lunedì
mattina. Nei principali aeroporti europei sono decine di migliaia i passeggeri in
attesa di voli che per il momento non decolleranno. Folla anche nelle stazioni ferroviarie:
per fronteggiare l’emergenza infatti sono stati potenziati i treni un pò in tutti
i Paesi, ad eccezione della Francia dove uno sciopero del settore sta ulteriormente
aggravando la situazione. L’organizzazione europea per la sicurezza del trasporto
aereo ha confermato che nel sud del vecchio continente si continua a volare. Rispetto
ai 22 mila voli in programma oggi ne saranno effettuati solamente 6 mila. Spagna,
Grecia, Turchia, e Balcani del sud per il momento sono stati risparmiati, come anche
l’Italia meridionale. A tre giorni dall’emergenza le conseguenze della nube sono arrivate
anche in Estremo Oriente. Da Tokio a Singapore, da Pechino a Sydney, molte strutture
alberghiere sono state destinate ad accogliere centinaia di passeggeri di voli intercontinentali
rimasti bloccati. Il blocco dei voli sta provocando ingenti danni economici.
Gli esperti parlano di 200 milioni di dollari persi al giorno. Alcuni hanno paragonato
questa crisi a quella creatasi nel 2001 all’indomani dell’attacco alle torri gemelle.
Eugenio Bonanata ha raccolto il commento di Giacomo Vaciago docente di Economia
Internazionale presso l’Università Cattolica di Milano:
R. – L’attacco
alle Torri Gemelle provocò panico e timore che altri fossero possibili. Qui la nube
viene alimentata da un vulcano e la paura, a questo punto, è che la nube continui
ad alimentarsi. Non c’è modo di proteggere l’aria di un Paese. Qui stiamo parlando
di un evento naturale con il quale è difficile fare i conti … D.
– Però i conti a livello economico già parlano di perdite consistenti … R.
– Sì! Gravi proprio perché la ripresa dell’economia europea in corso non è da domanda
interna, che viene soddisfatta dal trasporto locale; è da domanda internazionale e
quindi, per definizione, se la cosa prosegue i guai che ne subiremo saranno molto
rilevanti. D. – Professore, pensiamo al ritorno alla normalità:
probabilmente, c’è rischio che la gente decida di non prendere l’aereo anche dopo
la fine dell’emergenza? R. – Per definizione, la cancellazione
del viaggio previsto, il rinvio di quell’affare che si doveva fare e via dicendo sono
costi indiretti che continuano a gravare sull’economia. Nel mondo globale in cui viviamo,
un incidente a migliaia e migliaia di chilometri causa conseguenze dalle quali siamo
indifesi!