Sri Lanka: festeggiato il Capodanno, ma in migliaia restano nei campi profughi
Sono iniziati in tutto lo Sri Lanka i festeggiamenti per il Capodanno, in un clima
di particolare pace e serenità grazie alla fine della guerra trentennale tra esercito
e ribelli Tamil. Molti hanno affollato i templi e i luoghi di culto di Colombo, la
capitale, offrendo preghiere perché la pace sia duratura e affinché il Sinhala (il
nuovo anno buddista) non sia più minacciato da attacchi della Ltte. Anche cristiani
e musulmani sono stati coinvolti nella festa, tanto che l’arcivescovo di Colombo,
Malcom Ranjit, ha colto l’occasione per benedire il Paese. Non hanno festeggiato,
invece, i circa 83mila sfollati di etnia Tamil ancora ospitati nei campi profughi,
che vivono quasi come prigionieri perché il governo li considera potenziali ribelli.
“Non possiamo pensare di essere una nazione – dichiara ad Asianews il leader cattolico
del National fisheries solidarity, Herman Kumara – perché non consideriamo come nostri
cittadini queste persone che vivono nei campi, sotto gli alberi?”. Padre S.M. Anthony,
provinciale dei gesuiti, ha detto che “il Capodanno è un’ottima opportunità per avviare
un processo di riconciliazione tra le comunità buddista e Tamil ed è una sfida per
le alte sfere della politica”. (R.B.)