Kirghizistan: le comunità religiose chiedono il ripristino della libertà religiosa
Membri delle diverse comunità religiose e rappresentanti per i diritti umani chiedono
al governo ad interim di Rosa Otunbayeva di poter tornare alla libertà religiosa che
godevano “prima di Bakiyev”, il leader deposto, fuggito ieri in Kazakistan. Da parte
sua, - riferisce l'agenzia AsiaNews - Kanybek Imanaliyev, parlando a nome del nuovo
gabinetto, ha dichiarato a Forum 18 che “vogliamo stabilire libertà di parola e di
religione. Vogliamo riformulare la costituzione e le leggi, se necessario, anche la
Legge sulle religioni”. La famigerata legge sulle religioni, varata lo scorso anno
da Bakiyev, è stata molto criticata dalle organizzazioni religiose e per i diritti
umani; dall’Unione europea e dall’Osce, l'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione
in Europa. Essa prevede il divieto di coinvolgere bambini nelle attività religiose;
proibisce “il proselitismo aggressivo”, la distribuzione di letteratura religiosa,
la stampa e materiale religioso audio e video; la registrazione obbligatoria delle
comunità religiose. La legge discriminava anche le varie espressioni dell’islam: privilegiava
l’islam tradizionale, emarginando altre espressioni di gruppi religiosi musulmani.
Dopo larghe pressioni internazionali, anche Bakiyev aveva promesso di cambiarla. La
fine del suo governo porta protestanti, cattolici, bahai, Testimoni di Geova, Hare
Krishna a sperare che “il nuovo governo restauri la libertà religiosa almeno al livello
goduto prima del presidente Bakiyev”. Mons. Nikolaus Messmer, amministratore apostolico
della Chiesa cattolica, ha confermato a Forum 18 che “giorni prima degli scontri e
della fine del governo, io e altri membri religiosi siamo stati invitati a un incontro
straordinario presieduto dal presidente Bakiyev. Avevamo l’impressione che volesse
cambiare la legge sulle religioni”. A proposito del futuro, mons. Messmer spera che
“il nuovo governo possa fare i cambiamenti necessari. Vogliamo più libertà per i missionari
e che i loro visti non vengano bloccati”. (R.P.)