Si aggrava il bilancio delle vittime per il terremoto in Cina: oltre 600 morti
E’ cresciuto il bilancio delle vittime del terremoto che ieri, in Cina, ha colpito
la provincia del Qinghai, nell'altopiano tibetano: 617 sono i morti accertati, 313
le persone che ancora mancano all'appello. Migliaia di feriti attendono gli aiuti
che stentano a raggiungere la zona del disastro per le avverse condizioni meteo, mentre
nelle ultime ore è arrivato per un sopralluogo nella regione il premier cinese Wen
Jiabao. Il servizio di Marco Guerra:
Ad oltre
24 ore dal sisma che ha devastato la provincia di Qinghai,prosegue
la corsa contro il tempo per salvare le migliaia di persone intrappolate sotto le
macerie. Secondo fonti locali il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare
ulteriormente. Il gelo delle temperature tibetane lascia poche speranze per quelli
non ancora raggiunti dai convogli dei soccorsi che, nella notte, sono stati bloccati
anche da nevischio e tempeste di sabbia. In particolare si teme per la sorte di centinaia
di studenti. Il terremoto ha, infatti, causato il crollo di 11 scuole e tra
le vittime accertate ci sono già 66 alunni e 11 professori. Non meno preoccupante
la situazione delle decine di migliaia di persone rimaste senza casa. In queste ore,
medicine, beni di prima necessità e tende cominciano ad arrivare nel luogo del disastro.
Lo stadio di Jiegu, la città più colpita della regione, si è trasformato
in un ospedale da campo che risulta tuttavia inadeguato per gli oltre 10mila feriti
già estratti dalle macerie, dei quali mille in gravi condizioni. Al momento, circa
2000 tra soldati, vigili del fuoco e volontari, fra cui diversi monaci buddisti, sono
impegnati senza tregua nello scavo tra gli edifici crollati e nella distribuzione
dei viveri. India tempesta tropicale Almeno 130 persone,
secondo un primo bilancio, sono morte a causa di una violenta tempesta tropicale che
si è abbattuta ieri notte nell'est dell'India e nel nord del Bangladesh. Oltre centomila
le abitazioni distrutte e migliaia i senzatetto. Myanmar Nove persone
sono morte e diverse sono rimaste feriste a seguito di tre esplosioni avvenute oggi
nella capitale del Myanmar, Rangoon, mentre la popolazione stava celebrando il nuovo
anno buddista. Il governo non ha indicato né le cause né i responsabili delle esplosioni.
Non si registrano nemmeno rivendicazioni da parti dei gruppi antigovernativi che contestano
la giunta militare.
Thailandia Dopo giorni di violente proteste il
governo thailandese ha esortato le “Camicie Rosse” a sedersi al tavolo dei negoziati.
Segni di apertura anche da parte di uno dei leader della protesta, Natthawut Saikua,
che ha proposto due giorni di pausa nelle manifestazioni di piazza che stanno bloccando
la capitale Bangkok per chiedere lo scioglimento immediato del parlamento e nuove
elezioni. Tuttavia, emergono nuovi timori dopo la discesa in campo delle “Camice Gialle”,
sostenitori dell’esecutivo e responsabili, nel 2006, di aver creato le condizioni
per il golpe che ha costretto alle dimissioni l'ex premier Thaksin Shinawatra.
Kirghizistan Resta
alta la tensione in Kirghizistan. Una sparatoria è scoppiata oggi durante la manifestazione
in favore del presidente deposto Bakiev nella città meridionale di Osh. Bakiev e i
suoi sostenitori sono stati costretti, dai seguaci del nuovo governo provvisorio guidato
dall'opposizione, ad abbandonare la città. Il servizio di Giuseppe D’Amato:
La dinamica
dell’accaduto non è del tutto chiara. Fonti differenti, indipendenti, riportano versioni
contrastanti basate su testimonianze locali. Il presidente Bakiev era ad Osh, nel
sud, per parlare ad un migliaio di sostenitori. Ad un certo punto si sono uditi dei
colpi di arma da fuoco. Secondo l’agenzia russa Interfax sono state le guardie del
corpo a sparare per aprirsi la strada e portare via il leader kirghizo; delle persone
avevano lanciato delle pietre. Per altri mass-media non è chiaro chi abbia sparato.
Ad Osh, alla fine degli anni ’80, si registrò una strage con centinaia di morti fra
i kirghizi e le altre minoranze nazionali. Il pericoloso tira e molla tra Bakiev,
riparato nel sud, e l’esecutivo ad interim nella capitale Bishkek va avanti da giorni.
Al presidente è stata tolta l’immunità ed il nuovo governo lo vuole processare. Il
premier ad interim, Otunbaieva, ha affermato che l’esecutivo sta tentando di isolarlo.
Bakiev, secondo il premier, avrebbe dovuto dimettersi ed andarsene. Il presidente
chiede sicurezza per lui e la sua famiglia. Bakiev, intanto, ha avuto una conversazione
telefonica con il primo ministro russo Putin. Mosca ha preso le distanze da lui. In
Kirghizistan, Russia e Stati Uniti paiono entrati in competizione per aiutare il Paese
asiatico, base strategica nella regione. Pakistan Onu Otto
persone - secondo quanto riporta Geo News - sono state uccise in un'incursione delle
forze pachistane nel distretto di Orakzai, nel nord ovest del Pakistan. Intanto, la
commissione indipendente di inchiesta delle Nazioni Unite sull'assassinio dell'ex
primo ministro pachistano Benazir Bhutto, compiuto nel dicembre 2007, presenterà oggi
il suo rapporto al segretario generale Ban Ki-moon, che lo consegnerà al governo di
Islamabad.
Afghanistan I tre medici italiani di Emergency, fermati
nei giorni scorsi dalle autorità di Helmand in Afghanistan, sono stati trasferiti
da Helmand a Kabul. Lo ha comunicato stamane l’ambasciatore Attilio Iannucci, inviato
speciale per l’Afghanistan e il Pakistan del ministro degli Esteri italiano, Franco
Frattini. Oggi l’ambasciatore Iannucci consegnerà un messaggio del ministro Frattini
e del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al presidente afghano Karzai. Intanto
sul terreno si registrano nuove violenze: a Kandahar, nel sud del Paese, un’esplosione
ha causato 5 morti e 8 feriti.
Iran nucleare A due giorni dalla conclusione
del vertice di Washington contro la proliferazione nucleare il direttore dell'agenzia
nucleare russa, Serghej Kirienko, ha annunciato che il reattore della centrale iraniana
di Bushehr, costruita da Mosca, sarà attivata ad agosto. Kirienko ha sottolineato
che l'accensione del reattore non minaccia "in alcun modo" il trattato di non proliferazione.
E ieri a New York si è riunito per discutere di nucleare iraniano anche il Gruppo
dei "Cinque più uno" composto da Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, più la
Germania. Al termine dell'incontro, l'ambasciatore cinese all'Onu ha parlato di consultazioni
''costruttive'' sul tema di nuove possibili sanzioni contro Teheran.
Polonia Dalle
prime analisi delle scatole nere è emerso che è stato un errore del pilota a causare,
sabato scorso, lo schianto del Tupolev con a bordo il presidente polacco, Lech Kaczynski,
e altre 95 persone. Lo ha affermato, all'agenzia Interfax, una fonte degli inquirenti
russi. Le autorità di Mosca avevano già escluso esplosioni o incendi a bordo quali
possibili cause dello schianto in fase di atterraggio. Intanto, in Polonia si va verso
la definizione delle elezioni per la scelta del nuovo capo dello Stato. Il 21 aprile
verrà decisa la data del voto, che si dovrebbe svolgere tra il 13 ed il 20 giugno
prossimi.
Islanda Forti disagi al traffico aereo nel Nord Europa
per l'eruzione, iniziata ieri, del vulcano Fimmvorduhals, nel sud dell’Islanda, sul
ghiacciaio Eyjafallajokull, a 120 km dalla capitale Reykjavik, dove al momento è stata
ordinata l’evacuazione di oltre 800 persone. Non si registrano particolari danni.
Dopo la cancellazione dei voli in Norvegia e nel nord della Svezia, gli spazi aerei
della Danimarca e del Belgio sono stati chiusi come pure gli aeroporti londinesi di
Heathrow e Gatwick, a causa del graduale avvicinarsi della nuvola di ceneri vulcaniche.
(Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Carla Ferraro) Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 105 E'
possibile ricevere gratuitamente, via posta elettronica, l'edizione quotidiana del
Bollettino del Radiogiornale. La richiesta può essere effettuata sulla home page del
sito www.radiovaticana.org/italiano.