2010-04-15 15:52:05

Si aggrava il bilancio delle vittime per il terremoto in Cina: oltre 600 morti


E’ cresciuto il bilancio delle vittime del terremoto che ieri, in Cina, ha colpito la provincia del Qinghai, nell'altopiano tibetano: 617 sono i morti accertati, 313 le persone che ancora mancano all'appello. Migliaia di feriti attendono gli aiuti che stentano a raggiungere la zona del disastro per le avverse condizioni meteo, mentre nelle ultime ore è arrivato per un sopralluogo nella regione il premier cinese Wen Jiabao. Il servizio di Marco Guerra:RealAudioMP3

Ad oltre 24 ore dal sisma che ha devastato la provincia di Qinghai, prosegue la corsa contro il tempo per salvare le migliaia di persone intrappolate sotto le macerie. Secondo fonti locali il bilancio delle vittime è destinato ad aumentare ulteriormente. Il gelo delle temperature tibetane lascia poche speranze per quelli non ancora raggiunti dai convogli dei soccorsi che, nella notte, sono stati bloccati anche da nevischio e tempeste di sabbia. In particolare si teme per la sorte di centinaia di studenti. Il terremoto ha, infatti, causato il crollo di 11 scuole e tra le vittime accertate ci sono già 66 alunni e 11 professori. Non meno preoccupante la situazione delle decine di migliaia di persone rimaste senza casa. In queste ore, medicine, beni di prima necessità e tende cominciano ad arrivare nel luogo del disastro. Lo stadio di Jiegu, la città più colpita della regione, si è trasformato in un ospedale da campo che risulta tuttavia inadeguato per gli oltre 10mila feriti già estratti dalle macerie, dei quali mille in gravi condizioni. Al momento, circa 2000 tra soldati, vigili del fuoco e volontari, fra cui diversi monaci buddisti, sono impegnati senza tregua nello scavo tra gli edifici crollati e nella distribuzione dei viveri.
 
India tempesta tropicale
Almeno 130 persone, secondo un primo bilancio, sono morte a causa di una violenta tempesta tropicale che si è abbattuta ieri notte nell'est dell'India e nel nord del Bangladesh. Oltre centomila le abitazioni distrutte e migliaia i senzatetto.
Myanmar
Nove persone sono morte e diverse sono rimaste feriste a seguito di tre esplosioni avvenute oggi nella capitale del Myanmar, Rangoon, mentre la popolazione stava celebrando il nuovo anno buddista. Il governo non ha indicato né le cause né i responsabili delle esplosioni. Non si registrano nemmeno rivendicazioni da parti dei gruppi antigovernativi che contestano la giunta militare.

Thailandia
Dopo giorni di violente proteste il governo thailandese ha esortato le “Camicie Rosse” a sedersi al tavolo dei negoziati. Segni di apertura anche da parte di uno dei leader della protesta, Natthawut Saikua, che ha proposto due giorni di pausa nelle manifestazioni di piazza che stanno bloccando la capitale Bangkok per chiedere lo scioglimento immediato del parlamento e nuove elezioni. Tuttavia, emergono nuovi timori dopo la discesa in campo delle “Camice Gialle”, sostenitori dell’esecutivo e responsabili, nel 2006, di aver creato le condizioni per il golpe che ha costretto alle dimissioni l'ex premier Thaksin Shinawatra.

Kirghizistan
Resta alta la tensione in Kirghizistan. Una sparatoria è scoppiata oggi durante la manifestazione in favore del presidente deposto Bakiev nella città meridionale di Osh. Bakiev e i suoi sostenitori sono stati costretti, dai seguaci del nuovo governo provvisorio guidato dall'opposizione, ad abbandonare la città. Il servizio di Giuseppe D’Amato:RealAudioMP3

La dinamica dell’accaduto non è del tutto chiara. Fonti differenti, indipendenti, riportano versioni contrastanti basate su testimonianze locali. Il presidente Bakiev era ad Osh, nel sud, per parlare ad un migliaio di sostenitori. Ad un certo punto si sono uditi dei colpi di arma da fuoco. Secondo l’agenzia russa Interfax sono state le guardie del corpo a sparare per aprirsi la strada e portare via il leader kirghizo; delle persone avevano lanciato delle pietre. Per altri mass-media non è chiaro chi abbia sparato. Ad Osh, alla fine degli anni ’80, si registrò una strage con centinaia di morti fra i kirghizi e le altre minoranze nazionali. Il pericoloso tira e molla tra Bakiev, riparato nel sud, e l’esecutivo ad interim nella capitale Bishkek va avanti da giorni. Al presidente è stata tolta l’immunità ed il nuovo governo lo vuole processare. Il premier ad interim, Otunbaieva, ha affermato che l’esecutivo sta tentando di isolarlo. Bakiev, secondo il premier, avrebbe dovuto dimettersi ed andarsene. Il presidente chiede sicurezza per lui e la sua famiglia. Bakiev, intanto, ha avuto una conversazione telefonica con il primo ministro russo Putin. Mosca ha preso le distanze da lui. In Kirghizistan, Russia e Stati Uniti paiono entrati in competizione per aiutare il Paese asiatico, base strategica nella regione.
 
Pakistan Onu
Otto persone - secondo quanto riporta Geo News - sono state uccise in un'incursione delle forze pachistane nel distretto di Orakzai, nel nord ovest del Pakistan. Intanto, la commissione indipendente di inchiesta delle Nazioni Unite sull'assassinio dell'ex primo ministro pachistano Benazir Bhutto, compiuto nel dicembre 2007, presenterà oggi il suo rapporto al segretario generale Ban Ki-moon, che lo consegnerà al governo di Islamabad.

Afghanistan
I tre medici italiani di Emergency, fermati nei giorni scorsi dalle autorità di Helmand in Afghanistan, sono stati trasferiti da Helmand a Kabul. Lo ha comunicato stamane l’ambasciatore Attilio Iannucci, inviato speciale per l’Afghanistan e il Pakistan del ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini. Oggi l’ambasciatore Iannucci consegnerà un messaggio del ministro Frattini e del presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, al presidente afghano Karzai. Intanto sul terreno si registrano nuove violenze: a Kandahar, nel sud del Paese, un’esplosione ha causato 5 morti e 8 feriti.

Iran nucleare
A due giorni dalla conclusione del vertice di Washington contro la proliferazione nucleare il direttore dell'agenzia nucleare russa, Serghej Kirienko, ha annunciato che il reattore della centrale iraniana di Bushehr, costruita da Mosca, sarà attivata ad agosto. Kirienko ha sottolineato che l'accensione del reattore non minaccia "in alcun modo" il trattato di non proliferazione. E ieri a New York si è riunito per discutere di nucleare iraniano anche il Gruppo dei "Cinque più uno" composto da Usa, Gran Bretagna, Francia, Russia, Cina, più la Germania. Al termine dell'incontro, l'ambasciatore cinese all'Onu ha parlato di consultazioni ''costruttive'' sul tema di nuove possibili sanzioni contro Teheran.

Polonia
Dalle prime analisi delle scatole nere è emerso che è stato un errore del pilota a causare, sabato scorso, lo schianto del Tupolev con a bordo il presidente polacco, Lech Kaczynski, e altre 95 persone. Lo ha affermato, all'agenzia Interfax, una fonte degli inquirenti russi. Le autorità di Mosca avevano già escluso esplosioni o incendi a bordo quali possibili cause dello schianto in fase di atterraggio. Intanto, in Polonia si va verso la definizione delle elezioni per la scelta del nuovo capo dello Stato. Il 21 aprile verrà decisa la data del voto, che si dovrebbe svolgere tra il 13 ed il 20 giugno prossimi.

Islanda
Forti disagi al traffico aereo nel Nord Europa per l'eruzione, iniziata ieri, del vulcano Fimmvorduhals, nel sud dell’Islanda, sul ghiacciaio Eyjafallajokull, a 120 km dalla capitale Reykjavik, dove al momento è stata ordinata l’evacuazione di oltre 800 persone. Non si registrano particolari danni. Dopo la cancellazione dei voli in Norvegia e nel nord della Svezia, gli spazi aerei della Danimarca e del Belgio sono stati chiusi come pure gli aeroporti londinesi di Heathrow e Gatwick, a causa del graduale avvicinarsi della nuvola di ceneri vulcaniche. (Panoramica internazionale a cura di Marco Guerra e Carla Ferraro)
 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LIV no. 105
 
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