2010-04-15 14:42:01

Segnali di speranza dalle elezioni in Sudan: la testimonianza del vescovo di Rumbek, Cesare Mazzolari


Proseguono in Sudan le elezioni generali, iniziate domenica scorsa e prolungate per consentire alla maggior parte dei 16 milioni di aventi diritto di esprimere il proprio voto. Si tratta delle prime elezioni multipartitiche, dal 1986, e sono state previste dagli accordi di pace sottoscritti a Nairobi nel 2005. Nonostante il clima di grande confusione che regna in tutto il Paese e che ha spinto i principali partiti di opposizione al presidente al Bashir a denunciare numerose irregolarità, queste elezioni rappresentano un elemento di grande speranza per il futuro del Paese, come ci conferma mons. Cesare Mazzolari, vescovo di Rumbek, intervistato da Stefano Leszczynski: RealAudioMP3

R. – Noi speriamo che questa sia un’elezione libera e sincera, tanto più che negli ultimi 24 anni non si sono tenute elezioni: il 60 per cento della gente che si è recata a votare, ha votato per la prima volta, affrontando tra l’altro una elezione veramente troppo elaborata e complessa.
 
D. – Nonostante una situazione caotica, che è stata comunque denunciata, la presenza internazionale a questo punto sembra aver dato i suoi frutti per quanto riguarda lo svolgimento del voto…
 
R. – Ogni sera, ciascuna sede elettorale deve mandare i risultati; tutti i risultati verranno poi raccolti nelle due capitali di Juba e Khartoum. Speriamo che Khartoum mandi l’esito per lunedì. Questo dovrebbe permettere una visione complessiva. La novità sta nel fatto che le altre elezioni erano viste come un qualcosa di molto arbitrale, la maggior parte della gente non riusciva a votare e Khartoum determinava l’esito delle elezioni. Questa volta, invece, grazie alle diverse sedi elettorali, al Comitato nazionale e all’assistenza dall’estero di persone che si sono fatte sentire, speriamo di avere un resoconto realistico dei dati.
 
D. – Quindi possiamo dire che ci sono dei segnali di speranza per quanto riguarda il futuro del Sudan, se queste elezioni dovessero andare bene?
 
R. – Il Sudan ha dimostrato di avere una reale tendenza a non ricadere nel conflitto, quando questo è possibile evitarlo. 24 anni di guerra sono stati sufficienti per noi e stiamo ora cercando una via per non essere continuamente in conflitto.







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