2010-04-14 15:18:24

Accordo sul nucleare a Washington. Obama: mondo più sicuro


Mentre la comunità internazionale discute delle possibili sanzioni contro il programma atomico dell’Iran, la Repubblica islamica ha denunciato ufficialmente alle Nazioni Unite per ricatto nucleare il presidente statunitense Barack Obama, artefice dell’accordo raggiunto ieri dai rappresentanti delle 47 Nazioni, che hanno partecipato al Vertice sulla sicurezza nucleare a Washington, organizzato dalla Casa Bianca. Dagli Stati Uniti, il servizio di Elena Molinari:RealAudioMP3

Controlli più stretti sui materiali nucleari utilizzabili per creare ordigni e lotta ai traffici clandestini di materiale fissile. Il vertice per la sicurezza nucleare si è concluso ieri a Washington con l’impegno dei 47 Paesi aderenti a mettere sottochiave uranio e plutonio nei prossimi quattro anni o a consegnarli agli Stati Uniti. Cile, Ucraina, Messico, Canada e Malesia si sono già impegnati a farlo. È stato ribadito, inoltre, l’appoggio all’Aiea, l’Agenzia internazionale per l’energia atomica. Per dare il buon esempio, Washington e Mosca hanno firmato ieri un accordo per ridurre il plutonio a fini militari, limitandone le riserve a 34 tonnellate per ciascun Paese. E la Russia si è impegnata inoltre a smantellare il suo ultimo impianto per la produzione di plutonio. I leader si sono poi dati appuntamento fra due anni in Corea del Sud, per verificare i progressi fatti: un messaggio chiaro questo alla Corea del Nord, che è ad un passo dal realizzare l’atomica. “Da oggi il mondo è più sicuro”, ha detto in chiusura Barack Obama, che aveva dipinto il rischio che Al Qaeda metta le mani su un ordigno nucleare come una terribile catastrofe. Il presidente statunitense, quindi, si è detto ottimista che la Cina permetterà di approvare nuove sanzioni contro il programma nucleare iraniano entro poche settimane.

 
Per la prima volta, dunque, un così alto numero di Paesi, ben 47, è giunto ad un’intesa globale sull’utilizzo e sul controllo delle tecnologie atomiche, sia ad uso bellico che civile. Ci si interroga ora sull'effettiva realizzabilità dei vari punti stilati nel documento finale. Giancarlo La Vella ne ha parlato con Giorgio Alba, esperto di nucleare di Archivio Disarmo:RealAudioMP3

R. – E’ un obiettivo realizzabile, è un obiettivo ambizioso; in particolare, vorrei far notare che le stesse attività per mettere in sicurezza i materiali fissili e tutte le altre indicazioni che sono emerse dal summit di Washington, coincidono in larga parte con i passi necessari per un mondo libero da armi nucleari.

 
D. – E’ un’intesa che mette l’Iran di fronte alle sue responsabilità …

 
R. – Assolutamente sì! Non è soltanto l’Iran. Ovviamente l’Iran è il problema di oggi, ma l’Iran rappresenta un problema anche perché è uno Stato che potrebbe tracciare la strada da percorrere per altri Paesi. Quello di cui hanno preso atto il presidente Obama e anche altri governi, è che le regole scritte per la non proliferazione nucleare durante la guerra fredda, devono essere riscritte all’interno del Trattato di non proliferazione, che vedrà la Conferenza a maggio. Ma soprattutto, devono essere scritte nuove regole per la tematica della sicurezza nucleare e del terrorismo nucleare.

 
E, a proposito di terrorismo internazionale, c’è il rischio che gruppi organizzati possano venire in possesso di armamenti nucleari? Luca Collodi lo ha chiesto ad Antonio Papisca, docente di Relazioni Internazionali all’Università di Padova:RealAudioMP3

R. – Il rischio è effettivo e chiaramente si è aggravato negli ultimi anni. Del rischio però era già avvertito il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Nell’aprile del 2004 viene adottata la risoluzione 1540, dedicata al tema della proliferazione nucleare, per prevenire che terroristi, criminali e attori non statuali si impossessino di armi nucleari e di distruzione di massa. Ora il rischio è accresciuto dal fatto che il terrorismo si è diffuso, si è strutturato e chiaramente dispone di mezzi importanti, grazie anche alle tecnologie. E’ molto importante il piano di lavoro, perché entra appunto nello specifico e indica tutta una serie di iniziative che devono essere poste in atto da parte degli Stati. Una parte di impegni riguarda la cooperazione internazionale, un’altra parte di impegni riguarda ciò che gli Stati devono fare in casa propria per garantire la sicurezza nucleare.







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