Pio XI alla luce delle nuove fonti archivistiche: intervista con mons. Sergio Pagano
e don Cosimo Semeraro
Fino a qualche anno fa gli studi storiografici su Papa Pio XI si erano in preferenza
occupati di temi politico-amministrativi. Oggi, grazie all'apertura dei fondi archivistici
riguardanti il Pontificato di Papa Ratti, concessa nel 2006 da Benedetto XVI, possiamo
conoscere anche lo stile pastorale e l’attenzione alle necessità della Chiesa cattolica
del Papa che la guidò tra le due guerre. Lo dimostra il volume ‘La sollecitudine ecclesiale
di Pio XI, alla luce delle nuove fonti archivistiche’, pubblicato recentemente dalla
Libreria Editrice Vaticana e presentato questo pomeriggio presso la nostra emittente.
Il volume raccoglie gli Atti del Convegno Internazionale su Pio XI organizzato dal
Pontificio Comitato di Scienze Storiche nel febbraio 2009. Sugli scopi di quell’incontro
di studi Fabio Colagrande ha sentito il segretario del Comitato e curatore
del volume don Cosimo Semeraro:
R. – Era
preoccupazione del nostro Comitato qualificare meglio gli studi fatti su questo Pontefice.
Ci siamo accorti che, nella storiografia esistente, relativa agli aspetti riguardanti
l’amministrazione, la nascita dello Stato del Vaticano, a problemi riguardanti i rapporti
politici tra la Santa Sede e gli Stati contemporanei, mancava a nostro parere, un
approfondimento sugli aspetti del Ministero Petrino del Papa. Quindi, abbiamo chiesto
agli studiosi, invitati al Congresso, di verificare soprattutto, sotto questo aspetto,
cosa si poteva imparare di più dai documenti messi a disposizione, dal punto di vista
dell’esercizio pastorale di questo Papa.
D. – Vuole,
seppur brevemente, ricordarci alcuni degli aspetti particolari, che vengono sottolineati
da questi studi, circa il modo in cui Papa Ratti esercitò il suo Ministero Petrino?
R.
– La preoccupazione di essere fedele, coerente con ciò che comportava il suo impegno
di Successore di Pietro. Questa è una caratteristica che appare chiarissima in tutte
le varie decisioni del Pontefice, sia a livello interno della vita della Chiesa, come
a livello anche di rapporti della Chiesa con le realtà esterne. Ci furono delle decisioni
veramente notevoli, innovative. Pensiamo, per esempio, a tutto il campo dei Concordati.
Leggendo queste formulazioni dei Concordati, si vede sempre, la preoccupazione primaria
del Papa di non demordere, di non derogare assolutamente a quelli che sono i compiti
fondamentali del suo mandato. Seconda cosa, l’apertura pastorale di questo Papa: la
sua capacità di aggiornamento, adattamento, secondo le nuove esigenze dei tempi. Ricordo
solo una cosa: la sua preoccupazione circa l’Azione Cattolica, un tipo nuovo di intervento
pastorale, proporzionato ed adeguato ai nuovi tempi.
Il
volume contiene anche una relazione del prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano, il
vescovo Sergio Pagano, profondo conoscitore dei fondi relativi al Pontificato
di Pio XI. Eccolo commentare l’importanza di queste ricerche al microfono di Fabio
Colagrande:
R. – Praticamente
la figura del Papa era già abbastanza stagliata come un Papa molto energico, molto
autonomo, di pensiero, di governo. Questi nuovi documenti apportano nuovi tasselli
ai diversi aspetti ed inaugurano – sì, in qualche caso – una visione più completa,
più approfondita del suo Pontificato e servono, soprattutto, anche a studiare proprio
la sua figura di uomo di Chiesa, di uomo di pensiero, di pastore. Perciò penso che
questo volume, insieme ad altri che usciranno, certamente porterà alla conoscenza
sempre maggiore di questo Papa, che senza dubbio è uno dei Papi fra le due guerre
di maggior interesse, e soprattutto della figura del suo segretario di Stato a partire
dal ’30, che fu il cardinale Pacelli, come sappiamo.
D.
– A questo proposito, tra i documenti accessibili dall’apertura del 2006, ci sono
anche i ‘Fogli di udienza’, appunto vergati dal cardinal Pacelli, come segretario
di Stato, tra il ’30 e il ’39. Lei, insieme ad altri studiosi, si è dedicato proprio
allo studio di questi documenti e tra breve dovrebbe uscire un primo volume di questi
studi storiografici. Vuole anticiparci qualcosa?
R.
– Dovrebbe uscire – si spera, prima dell’estate o altrimenti dopo – il primo volume
di questi Fogli di udienza, annotati criticamente del cardinal Pacelli, segretario
di Stato, relativo all’anno 1930. Sono previsti poi diversi volumi: si seguirà con
il ’31 fino ad arrivare al ’39. Sono Fogli di udienza tipici, particolari. Si tratta
di resoconti minuziosi, fedelissimi, ordinati, meticolosi e intelligenti del cardinal
Pacelli, nelle sue udienze sia con il Pontefice – Pio XI – sia con gli ambasciatori,
con il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede ed alcuni cardinali o personalità.
Da questi Fogli si viene a conoscere maggiormente la fedeltà anzitutto di Pacelli,
scrupolosissima ad eseguire la volontà del Papa; un certo pensiero autonomo del cardinale
Pacelli, che poi avrà un suo risvolto continuativo nel Pontificato, quando diventerà
Papa Pio XII; e si vede anche il pensiero di Pio XI espresso in udienza con il suo
segretario di Stato per le cosiddette cause maiores, che riguardavano tutta la disciplina
della Chiesa, il governo della Santa Sede, della Curia. Si vede perciò quante cose
passavano ogni giorno per le mani del Papa e come il Papa avesse una chiarissima visione,
fino alla fine, di tutti i problemi che affrontava. Sono, perciò, dei Fogli interessantissimi
che riflettono molto bene la vivezza, la quotidianità, l’approfondimento del Pontificato
di Pio XI. (Montaggi a cura di Maria Brigini)