Messa nella chiesa di Santo Spirito in Sassia per le vittime di Smolensk: la riflessione
di mons. Zimowski
Ieri sera è stata celebrata a Roma, nella chiesa di Santo Spirito in Sassia una Messa
in suffragio delle vittime della sciagura aerea di Smolensk. La celebrazione è stata
presieduta dal cardinale Zenon Grocholewski, prefetto della Congregazione per l’Educazione
Cattolica, e concelebrata anche dal cardinale Stanislaw Rylko, presidente del Pontificio
Consiglio per i Laici, da mons. Zygmunt Zimowski,presidente del Pontificio
Consiglio per gli Operatori Sanitari, dal segretario del medesimo dicastero mons.
José Luis Marchite Redrado, mons. Piero Marini, presidente del Pontificio Comitato
per i Congressi Eucaristici Internazionali, e più di cento sacerdoti. Presenti anche
i rappresentanti del Corpo diplomatico presso la Santa Sede con l’ambasciatrice della
Repubblica di Polonia Hanna Suchocka. Tanta commozione durante il rito:ascoltiamo
mons. Zygmunt Zimowski al microfono di Tadeusz Cieslak:
R. – Ho visto
le lacrime negli occhi di tante persone. Da una parte, c’è un grande dolore nei nostri
cuori, un dolore non solo dei polacchi, ma di tutto il mondo. Dall’altra parte, come
ho detto durante l’omelia, ringraziamo Dio Onnipotente, che ci ha dato queste persone,
i sacerdoti, il vescovo foraneo Tadeusz Ploski, l’arcivescovo ortodosso foraneo Miron
Chodakowski e il pastore militare evangelico Adam Pilsch. E, soprattutto, abbiamo
commemorato il nostro presidente Lech Kazcynski e sua moglie Maria,
pregando sempre per il rinnovamento del nostro Paese.
D.
– Eccellenza, siamo di fronte ad un dolore spirituale di tutta la nazione, come curare
questa ferita?
R. – In questo momento deve aiutarci
Gesù Cristo, che è morto per la nostra salvezza. Lui è il nostro conforto, lui ha
detto a Marta e Maria: “Io sono la Resurrezione e la Vita”. Guardiamo il cielo, dove
troviamo con loro anche Giovanni Paolo II. Come ha detto Benedetto XVI alcuni anni
fa: “E’ vero che Giovanni Paolo II è andato alla casa del Padre, ma non ci ha lasciato,
è con noi”. Anche queste persone, spiritualmente, noi crediamo che siano con noi,
perché crediamo alla comunione dei santi.