2010-04-13 14:18:25

Le parole del Papa su Barnaba e Nicodemo, al centro della liturgia odierna


La liturgia odierna ci propone due figure: Barnaba e Nicodemo. Il primo, grande evangelizzatore dell’epoca apostolica, il secondo, un fariseo, membro del Sinedrio, attratto da Gesù ma bloccato da paure e condizionamenti. Riascoltiamo le parole del Papa su questi due personaggi nel servizio di Sergio Centofanti.RealAudioMP3

Barnaba dà tutto per Gesù. Vende quello che ha e consegna il ricavato agli apostoli: è la prima comunità cristiana che aveva un cuore solo e un’anima sola, aveva tutto in comune e nessuno era povero. Ma non mancavano le controversie. Barnaba entra in contrasto con Paolo, l’apostolo delle Genti:

 
“Quindi ci sono anche tra Santi contrasti, discordie, controversie e questo a me appare molto consolante, perché vediamo che i Santi non sono caduti dal cielo, ma erano uomini come noi, con problemi ed anche con peccati. Ma la santità consiste non nell’aver mai sbagliato o peccato, la santità cresce nella capacità di conversione, di pentimento, di disponibilità nel ricominciare e soprattutto nella capacità di riconciliazione e di perdono. Questo ci fa Santi e tutti possiamo imparare questo cammino di santità”. (Udienza generale del 31 gennaio 2007)

 
Nicodemo si reca da Gesù di notte. Non capisce come fa a nascere di nuovo, lui che è vecchio. Si tratta di un uomo per bene, attirato dalle parole e dall’esempio del Signore, ma che ha paura degli altri ed esita a compiere il salto della fede:

 
“Avverte il fascino di questo Rabbì così diverso dagli altri, Gesù, ma non riesce a sottrarsi ai condizionamenti dell’ambiente, dove si è contrari a Gesù, e resta titubante sulla soglia della fede. Quanti, anche nel nostro tempo, sono in ricerca di Dio, in ricerca di Gesù e della sua Chiesa, in ricerca della misericordia divina e attendono un segno che tocchi la loro mente e il loro cuore e apra la porta! ... il solo segno è Gesù innalzato sulla croce: Gesù morto e risorto … in Lui possiamo comprendere la verità della vita e ottenere la salvezza”. (Omelia del 26 marzo 2006)







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