Haiti: gli interventi Caritas a tre mesi dal terremoto. Drammatica la situazione dei
bambini
A tre mesi dal terremoto che il 12 gennaio ha devastato Haiti, il Paese vive dei progressi
grazie anche agli sforzi della Caritas, che ha raggiunto più di 1,5 milioni di sopravvissuti
al sisma. Il terremoto ha provocato 230.000 morti, distrutto infrastrutture, interessato
tre milioni di persone e spinto ancora più in basso un Paese già povero e sottosviluppato.
I membri Caritas di più di 60 Paesi hanno sostenuto gli sforzi d'emergenza fornendo
cibo, alloggi, strumenti da lavoro, acqua potabile, luoghi sicuri in cui i bambini
possano giocare e studiare, assistenza sanitaria e psicologica. La rete Caritas -
riferisce l'agenzia Zenit - ha speso finora più di 10 milioni di euro e progetta di
rispondere all'emergenza di Haiti nei prossimi cinque anni per aiutare gli abitanti
a costruire un Paese autosufficiente. L'organizzazione lavora anche con la comunità
internazionale per trovare luoghi sicuri in cui alloggiare le persone ora sfollate
in campi improvvisati. Fino a questo momento, ha fornito tende e teloni a 100.000
persone. I suoi programmi hanno impiegato dal momento del terremoto 2.000 haitiani.
I progetti di assistenza sanitaria hanno beneficiato più di 350.000 abitanti, sono
state costruite 25 scuole provvisorie e 53 istituti hanno ricevuto materiale per poter
riprendere l'attività scolastica. La Caritas lavora anche a progetti di ricongiungimento
familiare per i bambini che nel terremoto sono stati separati dalle proprie famiglie.
L'organizzazione ha inoltre tenuto due incontri per gli agricoltori, ai quali sono
stati forniti coupon per comprare semi, fertilizzanti e le provviste di cui hanno
bisogno. La Caritas lavora anche con i contadini per evitare l'erosione dei suoli,
esortando a piantare alberi da frutto. A tre mesi dal sisma appare ancora drammatica
la situazione dei bambini di Haiti. Secondo Save the Children i bambini “debbono ancora
fronteggiare il rischio di malattie e infortuni, di subire abusi o sfruttamento”.
E anche il loro futuro è incerto perché il sistema scolastico locale è collassato.
Si stimano in un milione e mezzo i minori colpiti dal sisma, dei quali oltre 300 mila
rimasti senza casa, mentre “sono molto aumentati i minori privi di uno o entrambi
i genitori, 380 mila prima del terremoto”. “I bambini sono estremamente vulnerabili
e a rischio perché costretti a vivere ancora in campi affollati e di fortuna e in
una città ridotta in macerie, e con ben poche famiglie in grado di fornire loro il
necessario” dichiara Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia.
(R.P.)