2010-04-13 15:58:36

Convegno su don Primo Mazzolari organizzato dall'Azione Cattolica ambrosiana


Il pensiero e l’opera di don Primo Mazzolari sono state ampiamente ripercorsi e approfonditi nel cinquantenario della sua scomparsa. Molto si è detto sul contributo dato dal sacerdote e sul suo essere “tromba dello Spirito Santo in terra mantovana”, come fu definito da Papa Giovanni XXIII ricevendolo poco prima della sua scomparsa avvenuta nel 1959. Di don Primo Mazzolari si è parlato ieri sera a Milano, nel convegno promosso dall’Azione Cattolica ambrosiana e intitolato: “Quale laico e quale immagine di Chiesa per l’oggi alla luce dell’insegnamento di don Mazzolari”. C’era per noi Fabio Brenna:RealAudioMP3

 
Il convegno milanese si è soffermato sul contributo dato dal sacerdote don Mazzolari alla Chiesa e al laicato italiani. Figlio di un cattolicesimo preconciliare, Mazzolari ebbe anche in questi settori delle intuizioni in anticipo rispetto ai tempi. Nel corso dei lavori è stato ricordato come Mazzolari auspicasse per il laico la possibilità di avere proprie responsabilità ed autonomia; che avesse cioè la possibilità di sperimentare senza incontrare preventive censure. Lo storico Giorgio Vecchio della Fondazione don Mazzolari, ha ricordato due scritti del sacerdote mantovano, “La parrocchia” del 1937 e “Lettera sulla parrocchia” di venti anni più tardi, in cui proponeva di razionalizzare l’impiego del clero, pur non in tempi di crisi delle vocazioni, mediante la creazione di comunità di 3-4 preti, che potessero seguire comunitariamente la vita anche di 4-5 parrocchie. Un progetto questo in anticipo sui tempi, che assomiglia a quello applicato in questi ultimi anni dalla diocesi di Milano con le unità pastorali. Un don Primo Mazzolari innovatore anche in questo caso, come ci ricorda il prof. Vecchio:
 
“E’ stato uomo del suo tempo e quindi con la cultura e con la ecclesiologia del suo tempo. Aveva, però, questa grande passione per il Vangelo, questa capacità di rileggere, di rimasticare, di riproporre in continuazione il Vangelo e di farlo proprio che gli dava una carica in più; gli dava una possibilità in più di capire i problemi delle persone che stavano attorno a lui. Ecco perché, sia dal punto di vista strettamente ecclesiale e pastorale sia dal punto di vista dei rapporti del cristiano con i grandi problemi della pace e con i grandi problemi dei poveri, riconosciamo in Mazzolari un anticipatore”.

 
Il convegno nazionale di due giorni, intitolato “Le inquietitudini della fede. Don Primo Mazzolari e il cattolicesimo italiano prima del Concilio”, che si tiene oggi e domani sempre a Milano, passa invece in rassegna la società e la Chiesa italiana negli ’40 e ’50, cercando di cogliere i fermenti che si sarebbero rivelati appieno nel Concilio Vaticano II.







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