2010-04-13 16:05:12

Brasile: condannato a 30 anni di carcere il mandante dell'assassinio di suor Dorothy Stang


Un tribunale di Belém, capitale dello stato amazzonico settentrionale del Pará, ha condannato a 30 anni di carcere il latifondista Vitalmiro Bastos de Moura, colpevole di aver ordinato cinque anni fa l’assassinio a sangue freddo di suor Dorothy Stang, 73 anni, la religiosa statunitense naturalizzata brasiliana nota per il suo impegno al fianco dei contadini ‘senza terra’. Si è trattato del terzo processo per Vitalmiro, detto ‘Bida’: condannato in prima istanza a 30 anni nel 2007 per avere assoldato i due sicari che uccisero suor Dorothy, Rayfran das Neves Sales (reo confesso, condannato a 27 anni) e Clodoaldo Batista (condannato a 17 anni), in base alla legge brasiliana il latifondista aveva avuto diritto a un nuovo processo nel maggio 2008. In quell’occasione era stato invece assolto grazie alla ritrattazione del suo principale accusatore, Rayfran, ma la sentenza era stata in seguito annullata una volta comprovato che i suoi difensori avevano utilizzato una prova illegale per scagionarlo. Il terzo processo - riferisce l'agenzia Misna - doveva cominciare il 31 marzo ma, data l’assenza dell’avvocato difensore di ‘Bida’ è stato infine rinviato a ieri; il suo nuovo legale anche ieri ha chiesto un nuovo rinvio sostenendo di non essere preparato a sufficienza per assistere il cliente, ma la Corte si è opposta e ha ordinato alla giuria di ascoltare i testimoni a carico del latifondista, infine condannato. Per l’assassinio di 'Irmã' (sorella) Dorothy, come era conosciuta, è stato finora condannato, a 18 anni, anche un altro mandante, il latifondista Amair Feijoli da Cunha. La religiosa fu uccisa con sei colpi di pistola mentre si stava recando insieme a un collaboratore all’insediamento ‘Esperança’, dove dal 1999 lavorava a un ‘Progetto di sviluppo sostenibile’: “un’utopia” estranea agli interessi di latifondisti e commercianti di legname per consentire a 400 famiglie di contadini indios, meticci e immigrati di vivere in un’area di 1400 chilometri quadrati nel rispetto della natura grazie ad un’agricoltura a bassa intensità e ai prodotti della foresta. (R.P.)







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