La campagna contro il Papa oscura la lotta alla pedofilia: così don Di Noto, da 20
anni impegnato a combattere la piaga mondiale degli abusi
Da circa un mese non si fa altro che parlare di sacerdoti e pedofilia mentre la lotta
delle associazioni contro gli abusi sui minori passa del tutto inosservata: lo afferma
don Fortunato Di Noto, presidente dell’associazione Meter che da anni lotta
contro la pedofilia on line. Solo qualche giorno fa è stato segnalato alle autorità
un portale internet che riproduce immagini di abusi sessuali su due bambini, uno di
un anno e l'altro di cinque. Notizie, però, che appunto nella maggior parte dei casi
non sono riportate dalla stampa. Sentiamo lo stesso don Di Noto intervistato da Alessandro
Guarasci.
R. – Nell’ultima
settimana abbiamo denunciato più di 500 siti pedo-pornografici ma abbiamo anche fatto
segnalazioni dettagliate su situazioni delicatissime che sono pervenute alla nostra
attenzione tramite il numero verde nazionale. Il problema è che noi denunciamo giornalmente
ma non c’è un quotidiano che riprenda la notizia.
D. – E questo perché,
secondo lei?
R. – E’ la conferma dell’azione strumentale
contro la Chiesa nei riguardi della pedofilia. Ciò non toglie che dobbiamo condannare
chi si è macchiato di questi reati e quindi, di conseguenza, queste persone si devono
assumere le proprie responsabilità. La Chiesa sta reagendo in maniera molto chiara,
trasparente ed evidente. Però questo la dice veramente lunga su come i media, a livello
internazionale ma anche italiano, delle denunce formali di una nostra realtà associativa,
pioniera nel campo, conosciuta in tutto il mondo e veritiera nelle segnalazioni che
facciamo, non dicono una sola parola. Immaginate abusatori a viso aperto che stuprano
i bambini, anche neonati, che si fanno riprendere in video e in foto, visibili a tutti
e nessuno scrive una parola.
D. – Questo vuol dire
che, secondo lei, c’è un attacco alla Chiesa e al Papa in questo momento?
R.
– Ma è così plateale ed evidente la cosa! Il problema della pedofilia è complesso,
trasversale, globale, perché è sotto gli occhi di tutti che gli abusi sessuali avvengono
a 170 milioni di minori nel mondo. Basta navigare un po’ e trovare veramente l’inenarrabile.
Pensare però che dobbiamo semplicemente fare, da un mese a questa parte, solo ed esclusivamente
l’equazione "preti uguale pedofilia", questo ormai sta diventando un attacco strumentale
e plateale. Io che mi occupo di lotta alla pedofilia da 20 anni, per strada mi hanno
visto col collettino bianco e mi hanno detto: “Prete, sei un pedofilo!”.
D.
– I governi occidentali quanto fanno per lottare contro la pedofilia?
R.
– I governi stanno adottando, in questi ultimi anni, diverse posizioni, normative
che possono soddisfare il desiderio di giustizia da parte delle vittime. Il problema,
purtroppo, è che a distanza di molti anni non si può presentare una denuncia perché
il reato va in prescrizione. Un caso è quello dell’Italia: dopo 10 anni dall’avvenuto
fatto nessuno può presentare denuncia, ed anche se uno la presenta di fatto non si
può più procedere, perché il reato di abuso sessuale va in prescrizione. La Chiesa
invece, in questo caso, si sta assumendo un impegno morale molto più forte e molto
più intenso e sta intervenendo anche su casi passati. Questo è plateale, sotto gli
occhi di tutti. Non è più il problema di contrapporci, perché contrapponendoci non
facciamo giustizia alle vittime né tantomeno chiediamo giustizia nei confronti di
coloro che con prove certe hanno abusato di bambini.