2010-04-10 16:50:00

Scienza e Vita sulla fecondazione eterologa: grave decisione della Corte di Strasburgo


Una sentenza grave sotto il profilo etico e giuridico. Così Lucio Romano presidente dell’associazione, pro-life, Scienza e Vita, dopo il parere favorevole della Corte di Strasburgo alla donazione di ovuli e seme per la fecondazione artificiale. In pratica i giudici hanno accolto il ricorso presentato da due coppie austriache alle quali, per la normativa nazionale, era impedita la fecondazione artificiale eterologa. Massimiliano Menichetti ne ha parlato con lo stesso Lucio Romano.RealAudioMP3

R. – L’introduzione della fecondazione artificiale eterologa significa sovvertire il concetto naturale di genitorialità, ma soprattutto viene a legittimare quel concetto di plurigenitorialità o cooperativa dei genitori, venendo ad alterare quel diritto fondamentale da parte di un figlio di riconoscere non solo la propria identità genetica, ma che questa identità genetica sia in sintonia con l’identità biologica e l’identità sociale.

 
D. – Con la donazione del seme e degli ovuli si può arrivare ad avere fino a cinque persone coinvolte in un parto: l’utero in affitto, madre e padre biologici e naturali. Questo cosa provoca nel bambino?

 
R. – Si altera completamente non solo l’aspetto educativo e formativo, ma anche – ripeto – l’identità genetica, sociale, psicologica, educativa da parte del figlio stesso. Vale a dire quindi un figlio che non sa più chi è il padre, chi sia la madre. E la maternità e la paternità di ordine genetico è quella di tipo gestazionale oppure quella di tipo sociale che ne potrebbe conseguire?

 
D. – Si è parlato anche di riduzionismo antropologico: che cosa si intende dire usando quest’espressione?

 
R. – Sta a significare che il figlio si trasforma in un oggetto. Qualsiasi sia il donatore, purché si possa avere un figlio, che poi non potrà mai essere declinato come frutto della propria maternità o della propria paternità: è sufficiente la semplice volontà, l’autodeterminazione, perché tutto ciò che potrebbe sembrare un abuso si trasformi in termini di diritto. E quindi, il diritto si trasforma in ingiustizia.

 
D. – La Corte di Strasburgo, di fatto, dice: in questo modo non c’è discriminazione per le coppie. “Scienza e Vita” non solo evidenzia il contrario, ma ribadite: siamo in presenza dell’ennesima deriva eugenetica …

 
R. – Si ratifica il diritto alla discriminazione, perché bisogna poi scegliere il donatore! Si sceglierà l’ovocita secondo le caratteristiche antropomorfiche che si potranno selezionare – colore dei capelli, occhi e non solo: presenza o assenza di determinate malattie e poi, paradosso vuole, che la scelta venga fatta su donatori e donatrici che siano abbastanza somiglianti alla madre o al padre che dovranno poi riconoscere quel figlio come proprio.

 
D. – L’Unione Europea è molto frammentata per quanto riguarda il tema della vita: qual è dunque l’auspicio?

 
R. – L’auspicio è che ci sia una sintonia su valori che sono riconosciuti naturalmente all’essere umano, alla famiglia, alla dignità di ogni essere umano. Qualsiasi manipolazione per quanto riguarda questi, che sono dati fondamentali, porterà alla manipolazione non solo della vita, ma degli affetti sociali e familiari che sovvertirebbero tutte le relazioni.

 
D. – Alcuni dicono: la sentenza di Strasburgo apre ora una strada anche in Italia per la fecondazione eterologa. E’ così?

 
R. – Credo che abbia quasi nulla possibilità di poter essere recepita, in quanto la legge 40 in Italia è molto chiara e molto netta: la fecondazione artificiale eterologa è proibita in assoluto.







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