Benedetto XVI all'anteprima del film su Pio XII: grande maestro di carità, salvò Roma
e molti perseguitati
Benedetto XVI ha assistito ieri a Castel Gandolfo alla proiezione in anteprima della
miniserie televisiva intitolata “Sotto il cielo di Roma”, che racconta il ruolo che
svolse Pio XII nella salvezza di Roma e di molti perseguitati ebrei tra il 1943 e
il 1944. Dell’opera, prodotta dalla Lux Vide e che verrà trasmessa su Raiuno, il Papa
ha apprezzato particolarmente l’aspetto della carità di Pio XII, definito anche un
“grande maestro” di fede e di speranza. Il servizio di Alessandro De Carolis:
(musica –
effetti)
Sotto il cielo di Roma del 1943, gli stivali
dei soldati tedeschi marciano verso il Ghetto. E’ l’alba del 16 ottobre e per l’antico
quartiere capitolino sta per consumarsi una delle pagine più nere. Oltre 1000 ebrei,
200 dei quali bambini, vengono rastrellati, rinchiusi su 18 carri bestiame e portati
a nord, destinazione Auschwitz. E’ questa una delle storie di fondo che si intrecciano
alla più grande storia narrata dall’ultima produzione della Lux Vide. Protagonista
è la figura di Papa Pacelli, che in particolare negli anni di guerra che vanno dall’armistizio
italiano dell’8 settembre ’43 alla liberazione di Roma del 4 giugno del ’44, emerge
nella sua statura di Pastore che prende spiritualmente e materialmente a cuore la
sorte del suo gregge e non solo. Commentando il film, visto in anteprima, Benedetto
XVI ha messo in risalto queste doti mostrate dal Papa della “sua giovinezza”: “Con
il suo ricco insegnamento ha saputo parlare agli uomini del suo tempo indicando la
strada della Verità e con la sua grande saggezza ha saputo orientare la Chiesa verso
l’orizzonte del Terzo Millennio. Mi preme, però, sottolineare particolarmente come
Pio XII sia stato il Papa, che, come padre di tutti, ha presieduto alla carità a Roma
e nel mondo, soprattutto nel difficile tempo del Secondo Conflitto Mondiale”.
Nella
fiction, spiccano le vicende di Davide e Miriam, due ragazzi ebrei scampati alla razzia
del Ghetto. Nel suo discorso, il Papa ha sottolineato il “ruolo fondamentale” giocato
in quel periodo storico dal “Venerabile Pio XII nella salvezza di Roma e di tanti
perseguitati”. E soffermandosi sul valore della miniserie tv, ha osservato che, “pur
nel genere divulgativo, si tratta di un lavoro che, anche alla luce degli studi più
recenti” riesce a ricostruire “quelle drammatiche vicende e la figura del Pastor
Angelicus”: “Queste opere – pensate per il grande
pubblico, con i mezzi più moderni, e al tempo stesso mirate ad illustrare personaggi
o vicende del secolo scorso – rivestono particolare valore soprattutto per le nuove
generazioni. Per chi, a scuola, ha studiato certi avvenimenti, e forse ne ha anche
sentito parlare, film come questo possono essere utili e stimolanti e possono aiutare
a conoscere un periodo che non è affatto lontano, ma che le vicende incalzanti della
storia recente ed una cultura frammentata possono far obliare”. Papa
Pacelli, uomo della carità. La fiction scolpisce con attenzione questo aspetto che
caratterizzò Pio XII, come dimostra uno dei suoi tanti discorsi, citato da Benedetto
XVI, nel quale – era il luglio del ’44 – ringraziando per la loro collaborazione i
membri del Circolo di San Pietro, disse: “(Voi) Ci aiutate a soddisfare più largamente
il Nostro desiderio di asciugare tante lagrime, di lenire tanti dolori”. “Il primato
della carità, dell’amore, che è il comandamento del Signore Gesù: questo – ha concluso
il Pontefice – è il principio e la chiave di lettura di tutta l’opera della Chiesa,
in primis del suo Pastore universale”:
“La carità
è la ragione di ogni azione, di ogni intervento. E’ la ragione globale che muove il
pensiero e i gesti concreti, e sono lieto che anche da questo film emerga tale principio
unificante. Mi permetto di suggerire questa chiave di lettura, alla luce dell’autentica
testimonianza di quel grande maestro di fede, di speranza e di carità che è stato
il Papa Pio XII”. Intensa l’interpretazione
che dà di Pio XII il 70.enne attore americano, James Cromwell, che ricorda da vicino
anche fisicamente la fisionomia di Papa Pacelli. Commuove, fra le tante, la scena
in cui Pio XII leva la sua preghiera a braccia aperte tra la folla del quartiere di
San Lorenzo appena bombardato. O quando, davanti a un ufficiale nazista che si chiede
cosa renda Roma una “città eterna”, gli ricorda la superiore presenza di Dio, lo stesso
per tutti:
(parole del film: “The presence of God
seems to be more strongly… Sembra che la presenza di Dio sia più fortemente
sentita: il mio Dio, il suo e il Dio di ciascun uomo”.)