2010-04-10 16:50:48

Banca Mondiale: migliaia di bambini africani uccisi dalla crisi economica


In Africa la crisi economica continua a mietere vittime, tra le decine di migliaia di persone morte sotto la falce della povertà, soprattutto bambini. Almeno 50 mila, per lo più ragazzine che spesso non arrivano al compimento del primo anno di età, secondo una ricerca condotta dalla Banca Mondiale, hanno perso la vita nel 2009 nell'Africa subsahariana in conseguenza della crisi economica e finanziaria globale. L'istituto finanziario internazionale conferma cioè come la crisi, che nei Paesi del nord del mondo che l'hanno provocata ha significato un relativo impoverimento generale e forti difficoltà per i ceti più deboli, in Africa abbia già riscosso un pesante tributo di vite umane. Gli autori della ricerca, hanno stimato il numero di morti infantili nell’Africa subsahariana dovute alla crisi raccogliendo dati sulla natalità in tutte le nazioni dell’area e in particolare su 639 mila nati da 264 mila donne in trenta Paesi. Utilizzando complessi modelli statistici, i ricercatori sono riusciti a stimare la probabilità di morti infantili in funzione delle oscillazioni del reddito nazionale, delineando una situazione che viene ad aggravare la già spaventosa dimensione del fenomeno. Secondo le statistiche, infatti, ogni anno in Africa muoiono tre milioni di minori: in particolare si tratta di bambini poveri, nati da donne poco istruite che vivono in aree rurali. Ad aggravare la loro situazione le continue carestie, il declino delle esportazioni e altri problemi di natura economica causa principale dell’abbandono scolastico, o della perdita di accesso ai servizi sanitari, come emerge da una serie di ricerche sull’impatto delle crisi economiche. Se la crisi peggiorerà, avverte la Banca Mondiale, «il numero di morti potrebbe crescere di molto, specie quello delle bambine». Tutti questi fattori, secondo gli esperti, porranno quei bambini in una condizione di svantaggio, anche per molto tempo dopo la fine della crisi, poiché i piccoli che soffrono di malnutrizione, specie dal concepimento all’età di due anni, saranno probabilmente più bassi di statura da adulti, saranno meno istruiti e guadagneranno meno nel corso della loro vita. «Il prodotto interno lordo va giù un anno e poi alla fine recupera, ma un bambino malnutrito non si riprende. E un bambino che lascia la scuola probabilmente non ci ritornerà più», ha spiegato Harold Alderman, un economista che ha studiato l’impatto di precedenti crisi in Paesi come la Tanzania e lo Zimbabwe. (C.S.)







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